Table of Contents Table of Contents
Previous Page  59 / 276 Next Page
Information
Show Menu
Previous Page 59 / 276 Next Page
Page Background

europea. E ' u n r ischio anche questo, d i cu i general i e burocrat i soviet ici

tengono certamente conto. Ma quanto si diceva f ino a qualche tempo fa dei

« falchi » americani, che cioè intendessero colpi re l a Cina pr ima che essa

fosse in grado di raggiungere i centri vi tal i degli Stat i Uni t i con i l suo arma-

mento nucleare, vale anche per i « falchi » sovietici. Tut to questo determina,

ai confini settentrionali della Cina, una situazione di estrema tensione, pronta

ad esplodere (2) .

Se questa è l a situazione a Nord, a Oriente l e cose non vanno meglio.

L'economia giapponese ha conosciuto i n questi ul t imi anni un'espansione in-

controllata, che gl i USA hanno favori to i n tut t i i modi ( a prezzo d i contrad-

dizioni che la recente cr isi monetaria ha fat to emergere), nell'aspirazione a

scaricare sul Giappone una grossa fetta. degli oneri del la difesa del «mondo

l ibero»

( id

est

del capital ismo) nell 'Estremo Oriente. Le corrent i che vede-

vano nel progresso graduale degli scambi con la Cina l 'esito p i ù auspicabile

dell'espansione economica giapponese sono state temporaneamente sconfitte.

Quelli che 'prevalgono sono i fautor i d i un'area d i espansione comprendente

la Corea del Sud, Formosa, le Fi l ippine, i l Vietnam del Sud, l a Thailandia;

quelli, insomma, che accettano pe r i l Giappone u n dest ino d i gendarme-

sostituto, che accettano e favoriscono l a ripresa dei grandi monopol i e del

militarismo, che chiedono orma i senza falsi pudor i d i potersi costrui re l e

proprie atomiche. Questa rinascita dell'espansionismo e del mi l i tar ismo giap-

ponese costituisce uno de i pun t i d i forza dell'accerchiamento del la Cina

e non può non impensierire gravemente i compagni cinesi.

A Ovest e a Sud-Ovest c ' è l ' India. Se pe r g l i occidental i l ' immagine

dell'India è stata a lungo legata a quella, mistificata, d i Gandhi e del la non-

violenza, non c'è più nessuno disposto a cadere in questo tranello. L' India non

è più (se mai lo è stato) i l paese che la propaganda borghese di tut to i l mondo,

incurante dei mi l ioni di indiani che morivano di fame, presentava, ancora qual-

che anno fa, come i l contraltare asiatico della Cina, i l modello alternativo d i

uno sviluppo «libero e democratico» di fronte al «totalitarismo» cinese. Si sa

ormai bene che, al di sotto delle sempre più corrose e pericolanti impalcature

«democratiche », anche i n I nd i a sono venute aff iorando forze reazionarie,

militariste ed espansioniste. Per i cinesi, i n realtà, l ' India è un pericolo d i

secondo grado, perchè certamente essa non potrebbe, da sola, costituire una

seria minaccia per l a Cina; può far lo, invece, avendo diet ro d i sè g l i Stat i

Uniti e l'Unione Sovietica, qui più che mai i n combutta. Questo spiega assai

bene come i cinesi s i siano sempre sforzati, nel sub-continente indiano, d i

mantenere i n v i t a l e contraddizioni interne a l nemico, soprat tut to appog-

giando i l Pakistan i n funzione anti-indiana.

Infine, a Sud. A Sud, g l i Stat i Un i t i chiudono i l cerchio impegnandosi

in pr ima persona. Nel Vietnam e nel Laos i loro aerei passano quotidiana-

mente a poche migl ia dal ter r i tor io cinese. I n più, f i no a poco tempo fa,

il progressivo sprofondare degl i americani ne l pantano vietnarnita faceva

apparire sempre più vicina e possibile l ' ipotesi d i una fuga i n avanti, e cioè

(2) L'ot t imo articolo di N. Maxwell è apparso per la pr ima volta sulla rivista giapponese

in lingua inglese « Pacific Community » del giugno 1970. Recentemente è stato ripreso

(con i l t i tolo

Russie-Chine, le con flit inéluctable)

nel n. 2 della nuova — e assai ut i le

— rivista francese « La Nouvelle Chine », maggio 1971, pp. 17-25. Maxwell è stato corri-

spondente del « Times » in Asia, ha scritto un l ibro sul conf l i tto sino-indiano e lavora

presso l ' Ist i tuto del Commonwealth dell'Università d i Oxford.

57