

E' importante vedere come i l sindacato sta facendo passi che a lui compe-
tono nel la realizzazione prat ica dell'accordo, e a questo proposi to è u t i l e
un confronto con l'accordo del '69, quello che ha ist i tui to i delegati. L'accordo
del '69 era estremamente restri tt ivo: non contemplava nessun d i r i t to d i con-
trattazione dei tempi, ma semplicemente d i r i t t i di comunicazione e d i r i t t i d i
contenimento dei recuperi d i produzione dovut i a disfunzioni tecniche entro
l imi t i p i ù r i st ret t i e contenuti. Non c'era nessun riconoscimento de i dele-
gati come organizzazione, ma solo di un r istret to numero di esperti o di rap-
presentanti sindacali che l a Fiat riconosceva i n quanto nominat i da i sinda-
cati. Sulla base della lettera di questo accordo l 'analisi dei gruppi di sinistra
fu l a seguente: questo accordo non serve a niente e ver rà completamente
spazzato via. Non s i è capito, al lora, che nel la prat ica l a stessa l inea de l
sindacato, che i n quel momento aveva scelto d i cavalcare l a t igre, andava
molto aldi là d i questo accordo: i nfat t i , contrariamente al la let tera dell'ac-
cordo, i l sindacato ha fat to eleggere i delegati i n tut te le squadre, e le l iste
dei delegati ufficialmente riconosciut i , che erano p i ù r i s t ret t i de l numero
totale, sono state decise i n buona par te dall'insieme dei delegati, e quindi
con una certa decisione da l basso. D i fat to l 'accordo de l '69 ha messo i n
piedi una st rut tura capillare d i delegati, e non delle ristrette commissioni di
esperti, portando così ben ol t re la semplice comunicazione e i l r ispet to for-
male di certe regole di comunicazione dei tempi, ma ad una effettiva contrat-
tazione dei tempi . I n teoria, oggi potrebbe ripetersi l o stesso fenomeno. I n
pratica è assurdo pensarlo, da un lato sul la base d i un'anal isi generale da
cui r isul ta evidente che nel la fase attuale l a l inea del sindacato non è p i ù
quella di cavalcare la t igre ma quella di cercare d i domarla e d i contenerla;
dall'altro, a par t i re da l l a constatazione che l a sp i nta operaia i n questa
fase non h a p i ù l e caratteristiche d i una marea montante che cogl ie d i
sorpresa i l padrone, qual i aveva 'nel '69.
I rapport i di forza generali t ra operai e sindacato e t ra operai e padroni
e la linea generale del sindacato già indicano che è ben difficile arrivare a una
interpretazione allargata e avanzata dell'accordo. Lo confermano i fatti: mentre
i passi concreti fat t i dal sindacato per mettere in piedi i comi tat i e la strut-
tura prevista dall'accordo nel '69 andavano al d i là del la lettera, oggi quel l i
che fa nell'applicazione del nuovo accordo sono mol to più arretrat i della sua
lettera. L'accordo prevede la creazione di 60 comitati in tutta la Fiat. Vediamo
in particolare Mi raf ior i . Qu i l'accordo prevede 21 comi tat i , per un totale d i
120 componenti. L a l i s ta de i 120 dovrà essere comunicata da l sindacato.
Insieme ad essa i l sindacato pot rà comunicare una l ista d i esperti, i l cu i
numero non è predeterminato, col compi to d i aiutare i comi tat i nell 'attua-
zione delle loro funzioni. L'accordo concede un monte ore d i permesso retri-
buito di 180 mi la ore, la cui ripartizione non viene indicata. Quindi i l sindacato
è l ibero in teoria: primo, di decidere da solo i l numero degli esperti da affian-
care ai comi tat i ; secondo, d i decidere da solo l a ripartizione delle ore t r a i
comitati e gl i esperti. I n teoria i l sindacato è quindi perfettamente l ibero d i
avere una rete di delegati composta di un delegato per squadra, ciascuno dei
quali con un numero adeguato di ore di permesso, e di stabilire, ad esempio,
che le ore d i permesso per i delegati che fanno parte dei comitati o che non
ne fanno par te siano l e stesse. L'accordo garantisce i n teor ia una piena
libertà; quindi , se quel lo del '69, così r istret to, ha permesso d i mettere i n
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