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stato mol to p i ù semplice negare a l magistrato elvetico, come f a oggi, ogni

circostanza contestatagli e negare, negare sempre. L ' autor i tà svizzera d i

fronte ad un comportamento assolutamente negativo dell'ospite non avrebbe

avuto alcuna materia su cui decidere e certamente non lo avrebbe estradato ».

Salvo accompagnarlo alla front iera italiana, come ospite indesiderato o salvo

consegnarlo direttamente al l ' Interpol perchè ricercato per gl i stessi reat i per

i qual i è stato estradato. I l giudice Amat i , come al sol ito, prova troppo.

Testimoni d i f iducia

Non c'è buona causa senza qualche buon testimone. Di sol i t i i testi sono

testi e basta. Solo, nelle cause particolarmente assurde i test i sono super-

testi. Questa causa ha un solo, anzi una sola, supertestimone d i f iducia e

due test i (sempl ici) d'accatto.

Sbrighiamo i due testi d'accatto. Sono, rispettivamente, i fratel l i di Paolo

Braschi (Carlo) e d i Pietro Angelo Della Savia ( Ivo) .

Della loro testimonianza s'è già detto. Si tratta di testimonianze di effetto:

fratelli cont ro f ratel l i . S i manca d i aggiungere, f ratel l i s ì ma r icat tabi l i e

abbondantemente r icat tat i . La l oro testimonianza d i pol izia f r a l 'al t ro non

verrà mai confermata. Carlo l a r i t rat terà i n udienza, I vo non s i presenterà

affatto. Manca solo da di re che i l loro rapporto con i f a t t i su cui testimo-

niano, se vero, è così stretto che dovrebbero essere anche loro in carcere per

gli stessi reati. Invece sono i n l ibertà e i loro fratel l i nel gabbio. Ma di loro

basta.

Ecco l a supertestimone. I l discorso non è semplice. Rosemma Zublena,

di professione insegnante, e in arte persecutrice e redentrice, è una singolare

figura. I l suo bigl ietto da visi ta sociale è particolarmente decoroso. Insegna

nelle scuole medie la lingua francese. I l suo rapporto con i l mondo i n gene-

rale è invece più singolare. Vive a Brera anche se insegna nell ' interland mila-

nese e abi ta presso l a Sig.ra Ferr i , che t u t t i d i pr imo acchito immaginano

essere una cara vecchietta. Tut t i , meno l a pol izia che l a conosce bene 'per

esercitare i l meretricio'. Che la Sig ra Fer r i fosse 'una d i quel le lo s i viene

a sapere solo i n dibattimento, ma la notizia è evidentemente mol to vecchia

per l a questura. D'altronde l a professoressa Zublena non è nuova a questo

genere d i rapport i . I l 25 gennaio 1965 ha dichiarato f r a mol te al t re cose a l

sostituto procuratore d i Biel la d r. Pulcini quanto segue: « Sul conto del...

del quale parlo in una lettera posso dire che delle ragazze di vita che frequen-

tavano Viverone ebbero a d i rmi che l o stesso... è protet tore d i prost i tute.

Faccio presente che io vivevo a Viverone con i miei genitori ma avevo occa-

sione spesso di andare a Mi lano ove insegnavo e tut t 'ora insegno e mi servivo

per raggiungere quel la ci t tà dell'autostop. Appunto spesso m i è capitato d i

salire su autovetture di quelle donne che mi facevano delle confidenze... Al t re

ragazze mi parlavano i n genere d i concorrenza spietata fat ta da al tre donne

che si prostituivano a Viverone ». La dichiarazione è resa dal la professoressa

Zublena i n occasione d i u n procedimento intentatole p e r calunnia cont i -

nuata. Ha inviato lettere anonime un po' a t u t t i (all'Arcivescovo d i Vercel l i,

al Ministro Taviani, al Prefetto e al Questore del la Provincia d i Vercel l i e a

molti a l t r i ) e s i difende dicendo che «m i sono decisa a scrivere l e lettere

perchè io stessa avevo ricevuto delle lettere anonime nelle qual i mi si accu-

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