

contraddittorio f ra i l carattere ultraspecializzato del la preparazione tecnico-
professionale e i l carattere non specialistico del la preparazione a compi t i
direttivi nell'azienda. Non è vero che i l tecnico moderno è un bravissimo
semianalfabeta, capace d i fare t u t t o e d i sapere t u t t o al l ' interno d i una
specializzazione l imitatissima, ma ignorante e incapace a l d i f uor i d i essa:
così, non è neppure vero i l contrario, che i l tecnico moderno è un individuo
polivalente, al quale la scuola e i n genere l'addestramento ricevuto conferi-
scono, p i ù che conoscenze a a l t o l ivel lo (spesso non necessarie, o pat r i -
monio effettivo d i lavorator i a l u i gerarchicamente infer ior i ) a l t i l ivel l i d i
capacità sintetica e at t i tudini a l comando. I n real tà ambedue queste carat-
teristiche coesistono nel la sua preparazione, contrastandosi f r a loro: da un
lato egli viene addestrato a fare una certa cosa, e a ignorare tut to i l resto;
da un al t ro lato egli viene forni to d i tut to un patrimonio d i nozioni inut i l i ,
che per i l modo i n cui vengono impart i te g l i conferiscono l 'elasticità men-
tale ( o un certo t i po d i elasticità), l e motivazioni, l e abi tudini a rappor t i
interpersonali d i u n determinato t ipo, i l prestigio, l 'autor i tà e l ' ideologia
generale relat ivi non tanto a l ruolo, quanto a una precisa collocazione d i
classe. L'adesione al le aspettative e a i va l or i d i questa collocazione, p i ù
che l'addestsramento tecnico i n senso stretto, determineranno l a sua capa-
cità d i adeguarsi a l suo ruolo, a l l a sua specializzazione, a l suo gradino
gerarchico, e quindi l a sua capacità d i produrre beni mater ial i o intel let-
tuali i n un modo che sia a l tempo stesso massimamente efficiente e suff i -
cientemente elastico.
L'ipotesi che i l sistema capitalista sia r iusci to a risolvere queste con-
traddizioni, o a trovare un equi l ibrio f ra esse, è verosimilmente erronea. I l
tecnico, l ' impiegato, i l professionista n o n vengono addest rat i a essere
stupidi, ma intelligenti; e questa intelligenza pratico-teorica non riesce sem-
pre a essere sufficientemente controllata dal sistema, perchè i l t ipo d i
know
how
richiesto, che essa rappresenta, è già intrinsecamente contraddittorio.
Questa lacerazione viene ul teriormente aggravata da un'al t ra contrad-
dizione, non p i ù intrinseca all'addestramento e a l t i po d i lavoro, e questa
volta non p i ù relat iva soltanto al la situazione aziendale, ma p i ù generale,
e riguardante i valori del la cul tura d i massa. Da un lato infat t i questa cul-
tura d i massa si lega strettamente all'ideologia dei consumi e del la produt-
tività, e qu i nd i costituisce u n elemento d i stabilizzazione sociale: d a u n
altro lato por ta i n se, i n modo p i ù o meno incontrollato, signi ficati cr i t i c i
e valor i eversivi. Attraverso l a scuola, ma soprattutto attraverso l a di f fu-
sione a l ivel lo medioborghese d i una rilevante quantità d i informazioni pol i-
tiche e cul tural i un tempo appannaggio esclusivo d i una cul tura el itaria, i l
tecnico a medio e al to l ivel lo s i t rova a essere privi legiato d i possibi l i tà
critiche che contrastano, qualitativamente e quantitativamente, con le man-
sioni, i t i rocini , l e corresponsabilità e l e scelte relat ive a l suo lavoro e
alla sua collocazione gerarchica, s i a n e l mondo del l ' industr ia che nel le
organizzazioni e istituzioni terziarie. L'ideologia non riesce sempre a tenere
il passo: i mi t i del tempo l ibero, l a spinta al la ferocia competitiva e al la
bassezza del l 'arrivismo, l'adesione a una mental i tà autor i tar ia n o n sono
sempre sufficienti a controllare la spinta al dissenso. Si è insistito più volte
sul fat to che la scuola prepara a una visione del mondo caratterizzata dal-
l'ubbidienza e dall'individualismo. ma si è forse perso d i vista i l fenomeno
opposto, per cu i l a nostra stessa civi l tà borghese, e l a sua scuola, hanno
160