

tellettualismo d i sinist ra come al ibi . La r ivista può difendersi dall'accusa
di favor i re questo equivoco, riproponendo i n modo cr i t ico i l problema dei
l imi t i insi t i nel « ruolo » dell'intellettuale: a questo l ivel lo la cri t ica all ' intel-
lettualismo riesce forse a non essere intellettualistica a sua volta, nel la mi -
sura i n cui s i confronta con le testimonianze che provengono direttamente
da esperienze di lotta politica, o con quelle che direttamente riflettono tenta-
tivi real i d i negare, i n una prassi d i lavoro , i l significato repressivo o r i for -
mistico del lavoro tecnico-intellettuale. Si trat ta di una salvezza precaria, che
dovrà essere ancora verificata.
Ci si può chiedere se i l problema dei « ruol i » tecnico-professionali possa
venir considerato i n senso generale, come problema globale: p i ù proba-
bilmente le lot te d i tecnici, impiegati, professionisti vanno esaminate tenen-
do conto del fatto che la loro caratteristica comune è proprio la separatezza,
la settorialità. La pr ima contraddizione risiede nel fat to che non s i t rat ta
di lot te collegate: l e varie categorie i n esame sono separate f r a d i loro, i
singoli settori non riescono sempre a entrare i n contatto, v i è una predomi-
nante divisione d i fat to f r a le lot te degli studenti, quelle dei tecnici, quelle
degli impiegati, f ra i vari luoghi di lot ta e soprattutto f ra tut t i questi spunti
e moviment i d i organizzazione e d i eversione e le lot te operaie. I n secondo
luogo è necessario distinguere i n ogni singolo caso f i no a che punto c i s i
trovi d i f ronte a rivendicazioni che maturano verso u n a l to grado d i co-
scienza pol itica, e dove invece l e lot te vengano riassorbite e s i indirizzino
verso canal i r i formist ici e corporativi. E ' quindi necessario discutere quale
possa essere i l significato, e qual i i l imi t i , del la cosiddetta «contestazione
del ruolo» da parte d i gruppi o d i inter i settori d i tecnici ( i n senso lato)
quando questa contestazione si esprima i n forme d i intervento che d i fat to
non siano ancora organicamente collegate con le altre lotte politiche di mas-
sa. Questo problema concerne dunque i « l imi t i interni » del le lot te i n un
determinato settore e r isul ta particolarmente acuto quando c i s i t r ov i d i
fronte a quella contraddizione che riguarda da un lato la rapida estensione e
maturazione d i un al to grado d i coscienza pol itica i n alcune d i queste cate-
gorie o gruppi d i lavoratori, e da un a l t ro lato non solo l a mancanza d i
collegamenti, ma anche l a mancanza d i una st rut tura organizzativa interna
e di una continuità di azione nell'ambito di quel particolare settore o gruppo
di persone. Non è i l caso d i sottolineare anche su questo punto la profonda
affinità f r a l e l ot te a l ivel lo studentesco e quel le a l ivel lo tecnico-profes-
sionale.
La terza contraddizione riguarda non p i ù solo l a frammentazione del le
lotte, e le loro debolezze interne (sbocchi r i formist ici , discontinuità sponta-
neista), ma i l problema p i ù generale del la mancanza d i una organizzazione
rivoluzionaria capace d i raccogliere gl i spunt i d i lot ta che appaiano p i ù va-
lidi, d i consolidarne l'azione, d i collegarli f ra loro forzandone pazientemente
la settorialità, senza per questo sacrificare l a crescita, la maturazione e l 'ef-
ficacia di ogni più valido movimento eversivo alla preparazione d i un futuro
momento pan-rivoluzionario, o al la organizzazione pol i t ica f ine a se stessa.
Questa questione, che riguarda i l problema generale del la mancanza i n I ta-
lia di una avanguardia rivoluzionaria unita e organizzata, e dotata di efficaci
strumenti interni d i control lo pol i t ico dal basso, ha però un aspetto che r i -
guarda specificamente i tecnici e i professionisti. Sarà necessario chiarire, a
157