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su questa base' e su altri argomenti, sia di natura politica, scientifica o tecnica,

un accordo fra i l personale debba essere la logica conseguenza delle obbiet-

tive condizioni d i lavoro che c i accomunano. Sulla base d i quanto detto

vogliamo solamente ribadire ancora una volta quali sono i principi che ci

hanno fatto dissentire dall'occupazione e i quali, per la loro importanza, non

ci hanno fatto partecipare all'occupazione medesima.

Continuiamo a sostenere che l'Assemblea Generale è un organo fonda-

mentale d i qualsiasi posto di lavoro e di attività culturale, in quanto è i l

luogo d i presa d i coscienza delle condizioni e del significato del lavoro.

Riteniamo che questo processo di presa di coscienza sia talmente importante

che si debba anteporre al produttivismo ed all'efficientismo senza però mai

perdere di vista la lotta contro ogni forma di demagogia per realizzare quella

«condizione d i lavoro » che è premessa di un reale sviluppo democratico

del posto d i lavoro stesso e quindi della società.

Rifiutiamo i l concetto che i l potere contrattuale di un lavoratore in un

laboratorio scientifico sia basato sull'attribuzione di competenze non obbiet-

tive, invece che sulla sua reale capacità ad essere informato e cosciente,

e quindi vincolante nei riguardi di chi, per necessità organizzativa e scien-

tifica, avrebbe maggiore potere contrattuale.

Il documento d i cui sopra viene rifiutato come base d i discussione.

L'incontro non è l'inizio di una trattativa, ma un tentativo di dialogo, che

comunque appare molto difficile. S i prevede che i l riambientamento del

gruppo di ricercatori che, con la sortita dall'assemblea, ha accelerato questa

fase di lotta, non sarà cosa facile, dopo questa lunga estromissione dal loro

luogo di lavoro. Qualcosa è ormai cambiato in modo irreversibile, e i l livello

di presa di coscienza ha fatto un salto qualitativo molto importante. A diffe-

renza dei sindacati, dei partiti, del CNR, agli occupanti non sembra interes-

sare il ritorno di una « pace in famiglia » ad ogni costo: vi sono invece molte

indicazioni che essi vogliono approfondire il discorso sulle reali condizioni del

«lavoratore della ricerca », sui temi dello sfruttamento e dell'oppressione

capitalistica. Sembrano, in questa fase, particolarmente promettenti, ai fini

di uno sbocco futuro della lotta, i primi contatti presi con la classe operaia.

29 Maggio:

Mentre l'occupazione continua, i l CNR sembra essersi orien-

tato per l'invio di un Commissario al posto della vecchia direzione. Si apre

forse una nuova fase della lotta per la democrazia del laboratorio.

Nelle gerarchie del partito c'è evidentemente l a precisa intenzione d i

quietare a l più presto possibile certe polemiche che possono polarizzare

il dibattito interno toccando i temi che animano i gruppi di sinistra al di

fuori del partito. A questi gruppi si preferisce pensare come gruppi isolati

senza alcuna presa sulla base.

I giorni successivi trascorrono in una atmosfera di attesa. I l CNR f a

sapere tramite un telegramma di aver nominato, come Commissario, l'ex -

ministro della Ricerca Scientifica ed ex-senatore Arnaudi, socialista. Si cer-

cano i primi contatti, e viene fissato un incontro a Milano per una delega-

zione degli occupanti.

Intanto si materializza l'irosa vendetta del direttore deposto: costui co-

munica a quattro borsisti occupanti, con una lettera raccomandata, che la

loro borsa deve considerarsi terminata con la fine di maggio. Contempora-

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