Table of Contents Table of Contents
Previous Page  90 / 152 Next Page
Information
Show Menu
Previous Page 90 / 152 Next Page
Page Background

di un certo settore a f ini d i aggiornamento interno. I n fisica s i possono

individuare tre o quattro livelli di sempre maggiore astrazione o teoreticità,

dallo studio dei problemi di esistenza delle soluzioni di equazioni proposte

alla compatibilità logica dei sistemi. Per non parlare dei centri d i fisica

sperimentale che per la mole e la complessità funzionano esattamente come

aziende, e i n cui i professori sono veri e propri dirigenti d i azienda e i

ricercatori impiegati tecnici. C'è quindi, anche nella ricerca sia teorica che

sperimentale, come nella produzione, una separazione totale di funzioni tra

chi prende le decisioni e chi fa materialmente i l lavoro.

L'unica differenza vera t ra l a ricerca universitaria e quella aziendale

è che nella ricerca universitaria le decisioni sono consone agli interessi della

corporazione, mentre i n quella aziendale sono consone agl i interessi d i

prestigio o produttivi delle aziende. Perciò l a ricerca universitaria avrà

il suo feticcio nella pubblicazione e si spingerà nei casi peggiori fino al la

ripetizione pura e semplice d i esperienze già fatte o a l plagio; ne i casi

normali sfrutterà fino al la nausea gl i argomenti e l e tecniche al la moda

(una possibile definizione di scuola importante è « scuola in grado di fornire

ai propr i allievi argomenti "fruttuosi" »). L a ricerca aziendale, quando

esiste, sarà o strettamente vincolata al la produzione, un primo stadio d i

progettazione in pratica, spesso senza i l diritto alla pubblicazione, nel caso

di ricerca « funzionale », oppure vincolata a nulla, senza programma e

senza scopi, nel caso d i ricerca « di prestigio ». Del primo caso possono

essere un esempio i Laboratori Riuniti Studi e Ricerche dell'ENI, drasti-

camente ridimensionati e rimodellati alcuni anni fa, perchè i processi e i

brevetti non erano competitivi con quelli disponibili sul mercato interna-

zionale; del secondo caso serpeggiano esempi un po' ovunque in Italia, paese

di languente ricerca, come tutti sanno, e in cui si ha talora l'impressione

che le somme stanziate per pagare i ricercatori siano una specie di sussidio

di disoccupazione di lusso, un modo per tener buoni i laureati, che come

gruppo di pressione a parità di mole, possono fare, data l'istruzione, molto

più chiasso, e chiasso qualificato, di un gruppo di operai, e poi vanno trat-

tati col riguardo di chi ha avuto la stessa istruzione di chi sta al potere.

L'istruzione è sacra quanto l a proprietà privata; su d i essa, come sulla

proprietà, è costruito i l potere: non si tocca. Anche i dirigenti in disgrazia,

come si sa, hanno diritto ad una loro poltrona.

Quel che è sicuro è che i nessi t ra gli studi subiti e l a ricerca fatta

saranno in media nulli. Sia nel senso che ai pochi filoni d i ricerca « inte-

ressati » la didattica non prepara, sia nel senso che talora la ricerca è f in

peggiore e a più basso livello di ciò che si è imparato. Andrebbe dibattuto

a fondo e da tutti gli studenti i l programma di ricerca; e i singoli profes-

sori dovrebbero essere tenuti a spiegare agli studenti perchè i l loro isti-

tuto ha scelto il filone che segue, e come finanzia i suoi lavori, e che nessi

ci sono tra le sue ricerche e quelle degli altri istituti e le altre discipline.

Questa è forse la funzione più nuova ed efficace, che i l movimento studen-

tesco può avere all'interno dell'università, quella di una riflessione critica

dotata di potere. I l potere di rifiutare di fatto gli insegnamenti insostenibili

logicamente.

L'obbligo della giustificazione dei corsi e dell'insegnamento connesso

alla ricerca, l'unico sistema per preparare nuovi ricercatori, può anche

essere un passo avanti verso lo svincolo della ricerca dalla corporazione.

88 —