

L' Inghi l terra, che f or se h a i l sistema d i ist ruzione tecni co-scientifica
più eff iciente de l mondo, è i n eterna cr isi , e f inisce d i f a t t o p e r f o r n i r e
«cervel l i » a l paese imper ial ista per eccellenza. Non s i f a fat ica a pensare
che u n sistema i potet i co e utopi st i co d i i st ruz ione scient i f ica i n I t a l i a
finirebbe p e r por t are quas i unicamente a l l o stesso r i sul tato, s e i l r es t o
è lasciato immutato.
In I t a l i a i l numero d i laureat i tecnici e scient i f ici d i r i gent i d i azienda
è elevato percentualmente, perchè i l tecnico « generico » i tal iano è adat to
quasi unicamente a fare i l funzionario. Ed i nfat t i i di r igent i d i azienda, i n
una inchiesta, hanno af fermato a grande maggioranza d i essere content i
dei r i su l tat i del l 'università, che pure, come è riconosciuto da t u t t i , non dà
una formaz i one t ecn i ca e sc ient i f i ca suf f i c iente, evidentemente perchè,
salvo rar issime eccezioni, l a formazione scient i f ica e tecnica è i rr i levante.
I l laureato nel le industr ie farà i l venditore, i l publ ic relat ion man, l 'addet to
alla tecnica direzionale, i l sorvegliante, l ' impiegato d i concetto, i l dirigente;
quasi ma i i l tecnico. La dote che g l i viene richiesta p i ù d i qualsiasi a l t ra è
l 'aff idabi l i tà, l a capacità d i ident i f icarsi con l'azienda. E d egl i sarà selezio-
nato ed automaticamente posto gerarchicamente p i ù i n a l t o d i t u t t i i non
laureati perchè l a propensione ad obbedi re acquistata ne l l ungo t i roc i n i o
universitario garantiscono già del la sua aff idabi l i tà.
Per mo l t e pos i z i on i è necessar ia naturalmente l a conoscenza d i u n
linguaggio
tecnico. Ma l 'acquisi r lo non r ichiede cinque anni . Professori non
indegni hanno ammesso d i po t e r insegnare efficacemente l a mater i a che
insegnano i n me t à de l tempo o meno ( non
esattamente
t u t t e l e nozioni
che insegnano ora, ma nozioni che avrebbero g l i stessi r i su l tat i g l oba l i ) .
I l laureato tecnico ha spesso de i comp i t i che g l i impongono d i pren-
dere decisioni economiche o d i assumere responsabi l i tà giur idiche d i cu i ,
sulla carta, non sa nul la. Prende assai spesso, se è i n posizione elevata, deci-
sioni che hanno ri levanza pol i t ica; a l t r iment i contribuisce ad eseguire deci-
sioni che hanno ri levanza pol i t ica. Ha un rappor to d i lavoro d i cu i non sa
nulla, nel senso che ignora i suoi d i r i t t i , garant i t i a l u i dal la l ot ta d i a l t r i
(almeno inizialmente quando è dipendente; po i , se diventa di r igente, de i
suoi d i r i t t i saprà f i n t roppo) .
Per concludere: l e ot to ore d i lavoro a l giorno, t r a l e lezioni e labora-
torio del le facol tà scientifiche, non sono imposte da necessità d i fat to, cioè
dalla maggior d i f f i co l tà e complessità de l lavoro tecnico, ma servono a d
abituare al le ot to ore d i lavoro del la fabbrica, al la rout ine, a l compi to ese-
guito senza chedersi perchè. Non c'è quindi alcun mot ivo per non chiedere,
anche nel le facol tà tecniche e scient i f iche come i n quel le umanistiche, che
una par te de l tempo venga dedicata al la l ibera ed autonoma discussione e
che i corsi tradizional i vengano quindi r i do t t i d i numero e mutat i d i carat-
tere. Questo significa che sarà facile ottenerlo: i pol itecnici e le facoltà scien-
tifiche come fabbr iche d i « piacevoli serv i » sono u t i l i a l l e indust r ie; m a
non c'è nessuna contraddizione logica nell'usare t u t t a l a forza. di cu i s i dis-
pone pe r chiederlo. S i t r a t t a cioè d i u n obbiet t ivo intermedio possibi le e
razionale anche se cont raddi tor io c on i f i n i r e a l i del l 'at tuale educazione
tecnica.
Anche l a c r i t i ca ag l i insegnament i p e r l 'acquisizione d i una ef fet t i va
capacità tecnico-scientifica non è ut i le. Non perchè questo mi g l i or i i l mon-
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