

Tut t i quel l i che c i lavorano sanno che cer te valutazioni possono essere
i l doppio o la metà di quel che si è scri tto. A l funzionamento d i una grande
organizzazione capital istica, che t r a l ' a l t ro deve usare i l cervel lo de i dipen-
denti l o r o malgrado e deve cercare d i ot tenere r i su l t a t i uni voc i d a mo l t e
teste, senza che i l modo d i pensare individuale d i quel le teste c i en t r i pe r
nulla, le ci f re sono u t i l i anche così. Almeno f i no a che s i ha a che fare con
chi h a accet tato d i s tare a l g i oco prel iminarmente.
I l
fal so, l ' ideologia,
comincia quando si vuol cercare, quando si riesce ad at t r ibui re al le decisioni
prese da un gruppo d i uomini secondo l a logica del capitale, l a universal ità,
la razional ità, l a incont rover t ibi l i tà che alcuni secol i d i stor ia de l pensiero
umano hanno connesso al l ' idea d i scienza. L' indipendenza del la « cul tura »
dalla produzione è orma i demist i f icata e vi l ipesa a t u t t i i l ivel l i . Quel che
si tenta d i f are è d i at t r i bu i re universal i tà e ver i tà a l l e scel te produt t i ve
stesse definendole « scientifiche ».
La valutazione posi t iva del la scienza r isale probabi lmente a l nesso t r a
l'idea d i scienza e l ' idea d i progresso. Secondo i l mi t o positivista, l a scienza,
unica t ra i prodot t i del pensiero umano, cresce su se stessa, non si nega mai ,
ignora i l dubb i o e l a contraddizione. I n effet t i , anche se i l « fare » de l l a
scienza, i l « fare» consapevole, è l 'unica certezza del l 'uomo, non c'è alcuna
particolare certezza nè alcuna part icolare stabi l i tà, se ma i c 'è una part ico-
lare inconsapevolezza e assenza di critica, nei sistemi elaborati per inquadrare
e giust i f icare que l « fare». L a certezza e l a cont inui tà de l l a scienza sono
soprattutto l a certezza e l a cont inui tà de i suoi prodot t i , cioè i n prat i ca l a
stabilità e l a forza de l sistema sociale che ha prodot to l a scienza. Tentare
di estendere la certezza e la r ipet ibi l i tà del le tecniche sperimental i d i alcune
scienze a u n i ntero corpo d i teor ie o al le scel te d i valore che precedono
l'operare scientifico o che s i nascondono i n esso, è t ruf fa. Ed è ugualmente
t ruffa r i f iutare d i discutere ogni scelta d i valore, perchè questo non sarebbe
scientifico, e met tere t u t t e l e scelte sul lo stesso piano, r i f iutando l a dialet-
tica t ra l 'operare e le scelte.
Chiamare l a scienza a sostegno del le ist i tuzioni , ment re sono l e ist i tu-
zioni a cost i tui re l a certezza del la scienza, è u n assurdo. L a s tor i a de l l a
scienza è l ineare e senza scosse solo ne i t rat tat i , dove t u t t o c i ò che non
coincide con la teoria i n quel momento prevalente diventa errore; ne i lavor i
original i l a scienza procede pe r r ivoluzioni , anzi è una r ivoluzione ininter -
rotta come quasi t u t t o nel la stor ia del l 'uomo. L e si l logi de i t r a t t a t i sono
operate a pat to d i rendere monche e d i strappare da l l oro contesto l e idee
degli autor i . I p i ù r ispet tat i sono quel l i che hanno imposto una par te così
vasta e organica del loro pensiero da riuscire ad essere essi stessi uff icial i tà.
Ma le « soluzioni » a i grandi problemi sono sempre state trovate per r ivolu-
zione, cioè sovvertendo l ' intero contesto del la scienza, cambiando l a natura
stessa de l problema, e n o n con que l l en t o l avoro d i accrescimento p e r
sovrapposizione che si suole at tr ibui re alla scienza (vedi Kuhn,
The Structure
of scient i f ic revolut ions) .
Basta pensare a l l a relat i v i tà che nasce d a una
definizione del l ' idea d i contemporaneità, o al la quant ist ica che nasce da una
redifinizione dei concett i da usare e del le quant i tà da misurare per def ini re
un sistema f isico.
E' ve r o che l a massa de l l e conoscenze, c i oè del l 'operare scient i f ico,
è acquisita con la r ipetuta applicazione d i tecniche già provate valide, ma le
- 82 -