

Questionari:
servono al la raccol ta d i dat i , ma specialmente a met-
tere cri t icamente l o studente d i f ronte a i propr i problemi nel la l oro giusta
formulazione.
Giornali mura l i :
art icolano un preciso attacco al la ist i tuzione del -
l'esame e lanciano i t emi del movimento. Svolgono una puntuale azione d i
critica e demistificazione dell'esame i n corso e del professore.
Contatti d i r e t t i e discussione. Presenza e a t t i v i t à de l movimento
in tut te le sue articolazioni:
controcorso, consigli, commissioni pol i t iche (7) .
Questa st rut tura pol i t ica dovrà forzare l a prat ica subordinata del lo stu-
dente, dovrà inserirsi nel suo modo di frequentare l 'università. I l movimento
studentesco dovrà agire nel le facoltà
contemporaneamente
al «normale svol-
gimento » del l 'at t ivi tà accademica. Si t rat ta d i una condizione i rr inunciabi le
contro ogni forma d i apartheid, come le sedi esterne al le facol tà offerte per
sgravare le facol tà dal la lot ta. La spartizione del la settimana accademica i n
due fette, una didattica, « regolare », e una pol itica, di contestazione, è anche
essa da r i f iutare come soluzione permanente, anche se non si esclude l a sua
ut i l i tà prat i ca e psicologica i n cer t i moment i del la lot ta. L a contestazione
dovrà comunque nascere dal « normale svolgimento », solo così i l disagio indi-
viduale pot rà generalizzarsi al l ' intero corpo degl i studenti, come massa, solo
così l a parola d'ordine
N o all 'esame
po t r à met tere rad i c i ne l l o scontento
collettivo.
LE DISPENSE
Analogo discorso potrebbe fars i pe r l 'azione che i l movimento studen-
tesco intende promuovere sul le dispense. Ci si propone d i ciclost i lare alcune
dispense e d i venderle a prezzo d i costo: è i n f a t t i di f fuso l o scontento sul
loro al t issimo prezzo, dove è immediatamente evidente l 'autor i tar ismo de l
professore che da sociale (educat ivo) s i f a economico, e quindi p i ù chiara-
mente vessatorio.
Ma ancora una vo l t a l 'at tacco a l l a natura f iscale de l l a dispensa sarà
solo strumentale al la sua p i ù aperta demistificazione: anche qu i i l momento
economico del la complessa natura del la violenza borghese nel la scuola, s i
manifesta a l l i ve l l o p i ù superf iciale nel le f orme del la p i ù volgare specula-
zione, dove però i suoi at t r i but i classisti non s i esauriscono completamente,
anzi prestano i l braccio a un attacco solo apparentemente radicale.
La dispensa, che si presenta con le spoglie d i « charte octoyée » da parte
del professore, come cont r i buto d i dat t i co a l di ff ici le i t e r deg l i s t ud i , h a
piuttosto l 'aspet to d i una lezione cat tedrat ica i n scatola, ed è u n vero e
proprio estrat to d i autor i tar ismo (venduto a caro prezzo) che ver rà d i l u i to
nel l ' intrugl io r icat tator io dell'esame. Lo studente s i sente tenuto ad inghiot-
tire i l rospo del «parere del professore» aderendovi nel modo p i ù acr i t ico
e studiandoselo possibi lmente a memor ia, pena grav i r i sch i a l l a resa de i
( 7 ) E ' i n questo contesto che vanno collocate alcune specifiche richieste del movimento
romano a l corpo accademico. I n particolare, l a pubbl ica discussione de l voto, che
non va intesa nei l imi t i del la contrattazione d i un voto p i ù o meno al to, ma dove
è i l voto, i n sè e nel suo significato, che viene messo i n discussione.
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