

parola d'ordine, le cui articolazioni non saranno obiet t ivi « parziali », « inter-
medi », o « inassimi labi l i », bensì s ingol i moment i d i scont ro. Ognuno d i
questi moment i cost i tui rà una ver i f ica de l l a parola d'ordine e dunque u n
suo potenziamento.
Soltanto s u questa base è possibi le po r r e i n t e rmi n i soddisfacent i i l
problema d i u n a st rategia r ivoluzionar ia de l movimento studentesco: s i a
nell 'università che fuor i d i essa, non si t rat ta d i battere i l r i formismo oppo-
nendogli ob i et t i v i p i ù avanzati, nè d i recuperar lo con apposi t i tat t i c i smi ,
bensì d i svolgere un discorso pol i t ico che ne demist i f ichi i carat ter i essen-
zialmenti autor i tar i e classisti, d i affermare una strategia che non consista
in un programma, ma i n un metodo.
OBIETTIVI ASTRATTI (D I R I TTO ALLO STUDIO) E PROBLEMA DELLA
CONOSCENZA
L'acquisizione d i questo metodo d i lavoro pol i t i co por terà d i vo l ta i n
volta a individuare quei moment i d i scontro capaci d i accrescere l a consa-
pevolezza rivoluzionaria del le masse.
Al l ' interno e al l 'esterno del l 'universi tà non s i t rat terà dunque d i por re
una strategia generica d i presunta mobi l itazione, fondata pe r esempio su l
di r i t to al lo studio, obiett ivo r i tenuto comune, in l inea di principio, al la condi-
zione studentesca e operaia.
Al l ' interno del l 'universi tà s i dovrà lot tare su singol i pun t i carat ter ist ici
della violenza cui lo studente è sottoposto durante lo studio (dispense, esami,
lezioni, potere de i docent i ) e f uo r i da esso (autor i tar ismo del la famigl ia,
autori tarismo del l 'eserci to). Al l 'esterno del l 'universi tà, s i 'dovranno i nd i v i -
duare l e si tuazioni p i ù ma t ure d i contraddizione e s i dov r à agi re s u d i
esse, interpretando correttamente l o stato d i scontento del le masse: g l i edi l i
romani pot ranno essere mob i l i tat i s u problemi col let t i v i d i cant iere e s u
problemi estranei al cantiere, ma propr i dell 'ambiente nel quale vivono.
Una strategia che consista nel la mobi l i tazione progressiva del le masse
e non i n una presa d i coscienza astratta, che postul i un cont inuo processo
di maturazione pol i t ica, attraverso la comprensione graduale dei nessi del la
repressione così come s i presentano sotto l ' ur to del la lotta, non pot rà accet-
tare del le sintesi predeterminate come quel la de l d i r i t t o a l l o studio.
I l d i r i t to al lo studio
è un mi t o egual itario borghese. Al d i fuor i del mi t o
esso significa o un gioco di parole, se si vorrà ipotizzare uno « studio » estra-
neo al la funzione classista, o un « di r i t to » all ' integrazione ( non è u n caso
che i par t i t i del la sinistra-ne facciano un punto centrale dei loro programmi .
con la stessa natura del contropiano e del le al tre invenzioni « democratiche »
di quest i anni ) . I l d i r i t t o al lo studio è un tema astratto, incapace d i st imo-
lare la lot ta spontanea, l'identificazione f r a strato sociale e tema d i lot ta che
abbiamo indicato come condizione necessaria del la nuova battagl ia pol i t ica.
I l movimento studentesco romano non dovrà qu i nd i f are u n a t t o d i fede
e cercare nel le art icolazioni del « programma-di r i t to al lo studio » i moment i
della lot ta, ma dovrà par t i re da un lavoro d i conoscenza, indi fferente al le
sintesi predeterminate.
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