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proporre i l metodo della sua formazione, dovrà cioè continuare ad astrarre

dalla pratica l'essenza della realtà capace d i incidere sulla realtà, spostando

sempre i n avanti i l l ivel lo d i lot ta reale. Compito del mi l i tante sarà perciò

quello d i individuare ne i var i moment i e nel le var ie situazioni l e parole

d'ordine (parole collettive) per t inent i al lo scontento del la massa oppressa.

La parola d'ordine consente alla persona cui si rivolge:

1) d i identificare immediatamente e globalmente i n essa l a propr ia

situazione d i disagio;

2) d i individuare la causa diretta di tale disagio e prefigurarne l a ces-

sazione attraverso una lotta per l'emancipazione (a Roma la parola d'ordine

fondamentale è stata No al l 'autoritarismo).

L'obiettivo tradizionale, invece, si pone i n un rapporto del tut to diverso

col soggetto della lotta. Esistono due t ipi di obiettivi, nel senso tradizionale:

a) quel lo classico ri formista, che util izza la carica eversiva delle per-

sone per un discorso d i ammodernamento del le strut ture, ottenendo così

il dupl ice scopo d i razionalizzare i l sistema socioeconomico e d i integrare

il potenziale sociale d i lotta. E' questo i l t ipo d i obiettivo indicato dal PCI:

invece d i proporre all'operaio una lotta contro la sua condizione d i operaio,

gli si

impone

una lotta parziale, per esempio per l'aumento delle pensioni (5).

I l sindacalismo, privato del suo significato pol itico, si avvia a diventare cor-

porativismo a tut to vantaggio dei padroni;

b) l 'al t ro è l 'obiettivo definito

non assimilabile:

un obiettivo cioè che,

in base ad un'analisi oggettiva della realtà, risul ta desiderabile, ma tale che,

per l a sua realizzazione, i l sistema nel suo complesso risulterebbe minato

dalle fondamenta. Un obiettivo di questo genere è quello del

salario genera-

lizzato

a

tut t i gl i studenti,

proposto dai gruppi di Potere Operaio come unifi-

cazione delle lot te studentesche e operaie.

Vediamo anzi tut to una caratteristica comune ad entrambi quest i t i p i

di obiettivi: per essere desunti da un'analisi naturalistica della realtà t u t t i e

due si presentano al le persone i n maniera astratta, sovrapposta, senza cioè

riuscire a por le nel la condizione d i soggetti rivoluzionari. Un operaio non

identifica t u t t a l a propr ia situazione d i sf rut tato e l a conseguente car ica

eversiva con la insufficienza delle pensioni, nè uno studente riconosce i l suo

disagio di escluso come effetto della mancanza di un salario. Entrambi sono

obiettivi imposti dall'esterno, che non nascono da una consapevolezza rivolu-

zionaria e anzi svolgono una funzione antitetica rispetto a questa. Nei fat t i ,

gli obiettivi del pr imo t ipo agiscono come strumenti di integrazione, gl i al t r i

non suscitano neppure quel minimo di mobilitazione che si ottiene i n vista

di un vantaggio immediato.

I l problema dunque non sta nell'individuazione di questo o quell'obiettivo,

ma nell'individuazione d i una situazione — quella del lo strato sociale cui c i

si rivolge — per far nascere da essa un «progetto d i emancipazione », una

( 5 ) La deficienza del le pensioni è un punto d i disagio del la classe operaia, e i n quanto

tale potrebbe rappresentare u n effet t ivo pun t o d i scont ro capace d i svi luppare l a

consapevolezza d i classe. Ri teniamo invece che i l PC I n o n svolga u n organi co

discorso po l i t i co i n t o r no a l l a rivendicazione sindacale, sicchè questa s i presenta

come f ine a se stessa e viene immediatamente integrata i n una logica d i ammoder-

namento.

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