

Risposta.
La manipolazione delle contraddizioni tardo-capitalistiche ha la
suapropria dinamica, la cui forza esplosiva agisce oggi nella
escalation
della
guerra nel Vietnam e nell'espansione del capitale americano
in
Europa, Suda-
merica e Asia. E' privo di sensoscoprire in questa tendenza i germi di un con-
flitto armato tra le potenze capitalistiche: l'interesse generale di fronte all'av-
versariocomunecostringe i rivali a unirsi. Ma all'interno delle nazioni esistono
interessi del tutto particolari, volti a respingere i l capitale americano; l'indi-
pendenzanazionale diventa di nuovo i l fattore progressivo. Una ritirata del
capitaleamericano — in connessionecon la disoccupazionederivante dalla pro-
gressivaautomazione — potrebbe portare a gravi scosse;queste allenterebbero
il coordinamento delle forze antagonistiche negli U.S.A. E' possibile che allora
leintenzioni neofasciste trionfino e che la maggioranza dei lavoratori organiz-
zati le segua o rimanga neutrale; è pen') anche possibile che il movimento di
opposizionecresca e si organizzi. In questa situazione l'opposizione della gio-
ventùamericana potrebbe giungere a un effetto politico. Questa opposizione
èlibera da ideologie, oppurepervasa da profonda sfiducia nei confronti di qual-
siasi ideologia (anche quella socialista); essa è ribellionesessuale,morale, intel-
lettuale e politica insieme. In questosensoessa è totale, diretta contro il sistema
cometotalità; essa è il disgusto per la « societàaffluente », il bisogno vitale di
infrangere le regole di un giuoco ingannevole e cruento — di non prendervi più
parte. Se questagioventà detesta il sistema dei bisogni esistente e la suamassa
dimerci in continuo aumento, è per il fatto cheessaosserva e sa quanti sacri-
fici, quanta crudeltà e stoltezza intervengono quotidianamente nella riprodu-
zionedel sistema. Questi ragazzi e queste ragazze noncondividono più i bisogni
repressivi di benefici e di sicurezza del dominio — in essi compare forse una
nuovacoscienza, un nuovo tipo umanocon un altro istinto per la realtà, la vita
ela felicità; essisonosensibili a una libertà chenon ha e nonvuole avere nulla a
chefare con le libertà praticate nella società decrepita. In breve: qui si ha
la « negazionedeterminata »dell'esistente — ma senza organizzazione attiva
edi per se incapace di esercitare una pressione politica decisiva. Soltanto
alleandosi con le forze che si oppongono al sistema « dall'esterno », tale oppo-
sizionepus?)diventare una nuova avanguardia; rimanendo isolata, essa corre
il rischio di svilirsi e con ciò di cader preda del sistemastesso.
(Da « Kursbuch », n. 9, giugno '67. Ringraziamo l'editore Suhrkanio
per averci gentilmente concesso di riprodurre l'intervista).
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