

«società affluente) stessa, nella metropoli del tardo capitalismo e nei paesi
capitalisti più deboli, minacciati nella loro autonomia dalla metropoli. (Ritor-
nerò sull'opposizione nella metropoli nella mia risposta alla quarta domanda).
In ogni caso, nei paesi capitalisti del continente europeo la riattivazione politica
del movimento operaio nel quadro internazionale rimane la premessa per l'effi-
cacia del movimento di opposizione.
Secondadomanda. Rientra nelle singolarità del nostro tempo la graduale
reciproca assimilazione di capitalismo e socialismo. In ambedue i sistemi rindu-
strializzazione avanzata ha modificato i l processo sociale e i l modo d i produ-
zione. Nella misura in cui la tecnologia determina i l corso delle cose e i rapporti
sociali fra gli uomini, i rapporti di dominio non possono essere definiti se non
in termini tecnici. i l potere sta nell'apparato che amministra i l lavoro sociale
eorganizza l'adattamento: i l dominio, diventato manipolazione, non è quasi
più riconoscibile come dominio politico ed economico. Nella convinzione di agire
per volontà propria, ciascuno agisce secondo gl i obblighi generali. L'immagine
di libertà a cui si ispirano rivoluzionari e rivoluzioni sembra messa fuori corso
negli stati capitalisti e socialisti. Ha perso definitivamente la sua forza rivolu-
zionaria i l concetto di libertà nella c società di massa guidata »?
Risposta.
La « graduale reciproca assimilazione di capitalismo e socialismo »
ha trovato espressione nel concetto frequentemente usato di « società tecno-
logica» oppure di « società industriale evoluta ». La critica indignata e usuale
di questo concetto è essa stessa ideologica. Non dovrebbe più essere necessario
sottolineare che per la differenza dei sistemi non è decisiva la tecnica, bensì
l'organizzazione sociale delle forze produttive; ma sembra tuttora necessario
ripetere che l'abolizione della proprietà privata dei mezzi d i produzione e i l
loro controllo collettivo non portano a questa differenza, nemmeno quando
questo controllo viene esercitato da una classe lavoratrice i cui bisogni e le
cui aspirazioni sono legati per imitazione e adattamento al sistema capitalistic()
dei bisogni. La coesistenza con i l tardo capitalismo spinge le società socialiste
auna concorrenza per la vita o per la morte — una concorrenza in cui lo
sviluppo delle forze produttive e dei bisogni soggiace ampiamente a esigenze
diplomatico-politiche e militari. I n un caso e nell'altro la tecnica diventa un
mezzo di dominio incorporato nel processo produttivo. E i n quanto tale la
tecnica, che non è ancora diventata mezzo di liberazione, prescrive determinati
modi di comportamento all'interno dell'apparato di dominio e di fronte ad esso
sia in un caso che nell'altro. Rimane ciò nonostante i l fatto che la prospettiva
della liberazione risiede là dove i mezzi di produzione sono socializzati. L'econo-
mia politica dei paesi socialisti ha bisogno della pace, non dell'espansione
aggressiva.
Ma la competizione tecnico-politica nello sviluppo delle forze produttive
mette in moto anche un'altra tendenza di assimilazione, che appare ancor più
funesta per il futuro. L'attuale ordinamento internazionale porta a un contrasto
d'interessi tra i « vecchi » paesi socialisti, stabilizzati, tecnicamente progrediti
eindustrializzati, da un lato, e quelli nuov i » e più poveri, dall'altro lato. I
primi passano nella categoria dei possidenti; i l comunismo rivoluzionario dei
poveri, al di là dei confini, può apparire loro benissimo come una nuova « rivo-
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