sopra la sala, giovani hippies facevano cadere bolle d i sapone, o talora
suoni d i flauto; una volta f u montata una altalena (scopri i i n seguito
che i l capellone responsabile era un bri l lante studente del la London
School o f Economics); un ' al t ra vo l ta comparvero pe r breve tempo
bandiere rosse con scritte di Mao Tse-tung. Secondo i programmi origi-
nari la mattina sarebbe stata dedicata alla conferenza di turno, seguita
dalle domande all'oratore; i l pomeriggio a una « panel discussion » e in
seguito .a una serie di seminari e di gruppi d i discussione. La vivacità
e l a fel ice intemperanza del la platea riuscirono a scardinare questo
schema f in dall'inizio. La « panel discussion » venne condannata a gran
voce (« Voi state I I a parlare di voi stessi intorno a quel tavolo, i n più
disputandovi i microfoni i n modo indecoroso, e no i dovremmo ascol-
tarvi? Venite giù » ecc.) e ogni pomeriggio venne organizzato in discus-
sioni separate secondo un programma deciso d i volta i n volta. Questa
soluzione s i rivelò tuttavia piena d i difetti. I n pr imo luogo gl i - orga-
nizzatori (e spesso gl i oratori) non curarono i l dibattito e l'elaborazione
critica dei temi del mattino, se non nell'ambito istituzionalizzato delle
«domande all'oratore », cosa che però non imperil discussioni vivacis-
sime e rivelanti; i n secondo luogo i seminari del pomeriggio furono i n
parte dirett i e guidati da alcuni personaggi legati all'organizzazione con
l'esplicito proposito ( d i cu i venn i a conoscenza quasi pe r caso) d i
evitare che i gruppi d i discussione cadessero nel le man i d i giovani
hippies o « politicizzati-indisciplinati ». Anche qui occorre precisare che
da un lato i disimpegnati, dal l 'al tro g l i impegnati d i sinistra ebbero
la possibilità di discutere in gruppi e di condurre seminari quotidiani:
ma i n pratica entro l imi t i prefissati. Marginalmente a l congresso, v i
furono alcune interessanti serate di poesia negra; non potei partecipare
a uno happening organizzato per l 'ultima sera ma assistendo alle prove
ebbi la confortevole impressione di uno spettacolo forse un po' oscuro,
ma bene imbrigliato in una meticolosa preparazione scenica: una ingiu-
stizia, i n fondo, ne i confront i degl i aspetti migl ior i del le assemblee.
C a r m i c h a e l
Penso valga l a pena d i parlare i n pr imo luogo del la presenza d i
Stokely Carmichael. I n questi mesi la stampa ital iana g l i ha dedicato
molto spazio, e diversi spropositi. Perfino l e migl ior i sintesi delle sue
posizioni attual i (penso ad esempio al n. 33 d i « Mondo Nuovo ») non
hanno reso giustizia alla sua dutti l ità e fondamentale assenza di dogma-
tismo: d'al t ro lato è dubbio che egl i sia portatore d i analisi politiche
veramente nuove. Carmichael ha, non so se per sua fortuna e malgrado
la sua modestia, un notevole fascino personale. E ' giovanissimo, colto,
gradevole, vivace: ot t imo oratore, s i presenta come un uomo politico
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