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dalla sinist ra e che può essere così riassunta. « I

protagonist i d i

Piazza Statuto non avevano a l t re prospettive, s i e r a a d u n pun t o

fermo, i sindacalisti s i disponevano a t i rare l e f i le. Guardiamo u n a

esperienza più grossa con caratteri simi l i, i l New Deal che comincia dal

1932 e arriva alla guerra: f ino al '37 si spara sugli operai. E' solo nel '37

che l a classe operaia sblocca, nasce u n nuovo sindacato, c'è t u t t o u n

modo diverso di affrontare la lotta di classe. I n I tal ia la classe operaia

non conosce al tro modo, se avesse strument i che l a portano avant i , s i

comporterebbe diversamente. Per ora non c'è che i i ricorso a quello che

trova sottomano, La lot ta d i classe s i combatte ancora così. I l deside-

rio di completare i l quadro mentalmente, cioè Fiat si, Piazza Statuto no,

è un desiderio scolastico, un bisogno d i mettere un ordine piccolo-bor-

ghese i n qualcosa che non si vuol capire. I protagonisti del lo sciopero

Fiat sono gl i stessi di Piazza Statuto

A P. E. Taviani , Ministro del l 'Interno, sono sufficienti cinque mi -

nuti per esporre i l 12 lugl io a l Parlamento i l propr io giudizio sugl i

incidenti d i Piazza Statuto. « Dalle risultanze f inora acquisite emerge

'chiara l a responsabilità d i elementi comunisti, non r isul ta l a parteci-

pazione d i al tre organizzazioni ». Eppure non dovrebbe emergere così

chiara questa responsabilità, se degl i 82 imputat i processati solo una

piccolissima minoranza risul ta legata a l PCI o al la CGIL.

Chi sono dunque i giovani d i Piazza Statuto? Non reggono nè l e

accuse di teppismo (pochissimi f ra i fermati erano pregiudicati) nè, per

i mot i v i già dett i , quel le che vedono i comunisti come organizzatori.

(Uno dei pochissimi comunisti arrestati R. Mele dice al processo: « Per-

chè gl i agenti quando hanno visto la mia tessera mi hanno dato degl i

schiaffi? »).

Naturalmente nessuno esclude che c i fossero de i provocatori, i

fascisti di « Ordine Nuovo » e di « Pace e Libertà », ma erano una mi -

noranza, non sono stat i loro a prendere l ' iniziat iva nè hanno dato i l

carattere alla manifestazione. I fermati erano per i due terzi immigrat i ,

per lo più giovanissimi e non iscr i t t i a part i t i o sindacati, con dietro di

sè esperienze durissime in bassa Ital ia. A loro proposito scrive Umberto

Segre: « Quando l i abbiamo ascoltati durante i l processo non pochi s i

esprimevano con stento i n italiano e apparivano stupi t i del le imputa-

zioni che l i colpivano come se già fossero r i tornat i al la rassegnata e

infelice esperienza di un'ascesa sociale ardua e solitaria. Mentre a Milano

la grande ondata di immigrati arriva già f i l trata da soste i n centri indu-

striali mi nor i del la Lombardia, a Tor i no l 'affollamento migrator io s i

assiepa immediato e affronta subitamente l'epoca d i un faticoso at tr i to.

L'impiego non tarda a venire: super giù lo troyano tut t i , ma è al l ' inizio

un'occupazione non qualificata, poi, i n un periodo più o meno breve, si

definisce e si specializza, ma sempre, o prevalentemente, nel l ' industria,

con una prevalenza di meccanizzazione e automizzazione del comporta-

mento che diviene dominante nell'adattamento del nuovo arrivato. Tut ta

la zona delle preferenze, degli ist int i , della riflessione sul programma e

i l fine della propria vi ta individuale, viene come ristretta e circoscritta,

duramente, dallo sforzo dei lunghi orari di lavoro (giornate di dieci-un-