

VENTUROLI
pese al muro per farsi una ragione, sia pure non creduta, di
quella visita o forse avrebb e voluto chiedere scusa alla zia di
essersi seduta come affranta ne11apoltron a ; ma ]a vecchia, che
rimaneva ancora in piedi la fissava con uno sguardo sollecito e
assent e che le faceva comprend ere l'inutili tà di
parb.re. Ricor–
dava nel viso della vecchia le espression i disapprovanti degli
sconosciuti quando
1a
fissavano all'improvviso per la strada;
ma forse neJla vecchia era soltant o la smania di chiudere presto
la seduta, quasi fosse stata obbligata a prenderne parte senza
preavviso; oppure la ragione di quel disagio era dovuta alla
assenza
di
Ernesto, il quale, tornando, avrebbe fatto sorridere
la vecchia; questa, smorzan do
i
toni accesi del viso, si sare bbe
china ta presso di lei porgendole una bibita fresca e con l'altr a
mano le avrebb e t~ato una guancia. Ma la vecchia a un tr att o
si voltò e sparì dietro una tenda.
• 1farta
! •
sentì chiamars i dalla voce di lui che proveniva
da dietro
b.
porta di fianco, ma così ovattata e vicina che sembra–
va nascere dentro la stan za.
o:
Che fai là Marta, vieni! • Fece
ancora a tempo a guardare l'un iforme sfolgorante di un ritratto
di un ufficiale appeso nell'angolo e notò perfino il rigo rosso
della cornice, ma già si vedeva in piedi nella stanza e cammi–
nava verso la voce èhe udiva come se un veicolo da ragaz zi la
tra sportasse. La porta si era socchiusa : vedeva una camera
piccola con un letto illuminato in un angolo da un lume coperto.
Poi Ernesto con la faccia pallida dentro una vestaglia azzurra
le si parò dinanzi e si trovò seduta sul letto.
MARCELLO VENTUROLI