

PRISCO
Egl i disse :
-
A1meno vieni ad aspettarmi
alla stazione, ti racconterò
subito com'é anda ta,
papà.
Che altro avrei potuto fare se non prometter e? Sl , era
ancora mio.
E
pefCiò
anche promisi.
Il
treno
deviò appena
lasciata
)a nostra stazione, rove–
sciandosi sulla scarpata, per cause tu ttora non bene accertate .
Come
fui
avvert ito dell
'indd ente,
nella matt inata stessa , ne ·
ebbi
fa
certezza : Adriano era tra
i
morti .
Mi credettero pazzo : perchè non soffrivo, o mostra i di non
soffrire. Forse in tutto ciò c'era qualche cosa di vero, io stesso
lo temetti. Ma contro il dolore di quella morte, incommensura–
bile e infinito, c'era la consolatrice certezza che Adriano aveva
concluso la sua vita senza che ci fossimo divisi , senza che
avessi potuto sentirlo,
io,
almeno una volta lontano o estra –
neo, con u n suo mondo nel quale entrare non mi sarebbe stato
possibile : o quand'anche, poterlo capire, e farmi amare, ancora .
La
vita continuò uguale, soltanto non c'era, 1ui. Nemme no
nella mia stanza c'era più il suo lettino : quando a sera mi riti –
ravo, ogni oggetto mi accoglieva nemico, gelido. Nè ripr esi
a fumar e,
i
primi
tempi, come se anche l'impa lpabile tepore
da1la sigaretta prodotto non avrebbe potuto placarmi. Era una
stanza nuda.
Eppure mi sentivo per un certo verso sereno:
quella di–
sgrazia
ferroviaria , quella morte, era stata per me un'allea ta .
Non avevo temuto di perdere -
vivo, vivo e vicino a mc fisi–
camente -
il"
mio figliuolo adorato? Sarebbe
stata
la più
crudele sofferenza, la più ingiusta : e quando pareva che avesse
dovuto accadere, io ne ero stato rispa rmiato, ma a quel prezzo
e ron una così sugg estiva facilità, che mi accadde di chiede rmi,
perplesso e angosciato , di chiederm i questo : Signore, ne ho
forse inconscia.mente desidera to la morte?
Davvero temet ti potessi diventa r pazzo. Credevano non sof–
friss i : forse era cosi. Però c'era quel dubbio; e quel dubbio mi
poneva, mc, il mio povero cuore già straziato, dinanzi a un pro–
blema più grave e urgente ch'era in qualC"hemodo una indiretta
ttsponsabi]ità
alla morte di mio figlio. E se della sua tragica