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PRISCO

sconosciuto e meraviglioso viaggio Dio sa con quale approdo,

verso quale isola incantata.

A

mano a mano

che mio figlio crebbe, io viài il pericolo

di quel distacco, una minaccia, sebbene uno strano istinto mi

impedisse di soffrirne, come se una specie di magica immunità

avesse dovuto dispensarme ne. In realtà, Adriano cresceva molto

attaccato a me, soli amici aveva Berti ed io, suo padre : io

però non ho avuto mai un qualunque sent imento di gelosia

verso Berti, forse l)Crchè sapevo Adriano legatissimo a me,

ammetto anche. Tuttavia ho voluto dire questo per allontanare

subito un'accusa che Berti medesimo mi fece una sera, sulla

cui validità non ci sono invece sufficienti motivi.

li

mio amico insegnava m~sica, al fanciullo. Vedevo

i

ditini sciogliersi impac<::iati sulla tastiera, rincorre rsi quasi

con una lenta sonnolenza; Adriano conservava in principio un

po'

rigidi

i

polsi sì che le dita s'appesantivano sull'avo rio dei

tasti : era in me allora placato il ricordo di quella m:ino posata

con

il

medesimo distacco di s! su altro bianco, sul bianco seno

di Ada ora dissolto.

Il primo anno di studi non lasciava prevedere attitud ini

alla musica, ma improvvisamente si sviluppò in lui un desi–

derio intenso d'imparare, un risveglio. Non come una trasfor–

mazione, ma piuttosto un amore e una capacità di sentire la

musica che lo condussero ad esaurirsi quasi nello studio acca–

nito. Poi ci fu ancora un secondo stadio, infinita mente più

bello: non appagan dolo ormai la semplice inte rpretazione d'un

testo, volle provare a richia mare sulla tastiera vibrazioni sue

intime confuse e pur fresche d'un a vita crepuscolare, Volle

rendere melodia il fruscio degli alberi che circondano la nostra

casa, a sera mister iosi, nelle sere di vento, di un'ani mazione

che li scoteva perennemente. Forse passò anche notti insonni,

teso a percepi re dentro di s! sino ad assorbirla la. vita della

natura che avrebbe

poi

rifatta

sui tasti filtrandola attra \'erso

la sua sensibilità di fanciullo. E io vissi gli anni felici e per–

fetti della nostra comunione più vera; no, non ero geloso di

Bert i, assolutamente. Sebbene egli discutesse con il maestro di

queste cose, ed ero io comunque presente quasi sempre, incanto

di serate lontàne vive oggi soltant o nella desolata memoria -