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STUl'.-JRICH
Calipso
L
o guar dava Cali pso dormir e nel letto e una tenerezza nu–
volosa era in lei, vicina al pian to. :h rebbe voluto in
quel momento chicde:e a Giove Jlincoscienza, essere una piccola
donna ignara,
smar rita nei tratti dell' uomo che adorava. Ma,
non era stato proprio Giove a punirla, facendo sì che lei immor–
tale adora sse un morta le?
La gioiosa
luce del giorno , nascendo da lle
tenebre
del
mare , volava verso l'is ola,
lutto
destando al suo pas sagg io, e
già ammi ccava con piccoli sorrisi azzurri
alla apertura
dello
speco. Calipso, dal braccio e dalla mano potenti dell'uo mo, che
riposavano
lungo il suo fianco, volse gli occhi in giro. Ogni
cosa era opera di quelle braccia e di quelle m:rni :
i
tram ezzi
lavorati con fine intar sio, il pavimento coi mosaici stupendi,
le colonne istoriate, e il letto, l'ampio
letto massiccio,
il bel
letto dei loro amori .
.Ma ella sa~va
che un altro
letto, cost ruito molti anni
prima dalle stesse mani, attendeva quell'uomo nella sua terra,
letto ch'egli sognava qua1che volta e sempre più frequ ente–
mente, ora, sospirava in segreto : il letto degli amori legittimi.
La terr ibile gelosia mandav a lampi nell 'animo di Calipso; ella
avrebbe fulminato quell'u omo, ma non voleva perder lo. Allora
il suo cervello si consumava nell' imma ginare i filtri più efficaci
per
renderlo
imme more d'ogni passato e ~verlo tutto per sè.
Ma troppo fine e sapiente era Calipso per non capire il risultato
che avrebbe raggiunto: anc.·he in questo modo l'avrebbe perso.
No, eJia non aveva bisogno d'un automa, ella amava que11'uomo
cosi c0m'era,
lo amava
e
lo odiava:
non un
tr atto del ~uo
volto avrebbe cambiato, non una part icelln della sua anima.
Ma era fur ente quando pensava atl'al tro lett o.