

BANTI
un agguato del suo genio catt ivo, ave_r consacrato in essa uu
fatto cosi capitale della sua vita. Sì, un agguato . Si senti
preso, sommers o con tutti e due glì occhi bene: aperti e limpi –
dissimi , a guardare
i
fiori estivi e la donna grassa che li racco–
glieva e componeva, per porgerli via via a un'altra donna,
veduta di schiena e vestita di viola, come le dalie. Ebbe nelle
mani il senso di quella stoffa lieve e spugnosa, dalle fibrill e
lucide e aspre:
lo
ebbe come ricordo di una veste materna,
toccata da bambino. Pensò anche, in un lampo, alle stoffe che
vestono
i
morti , più calde dei corpi gelidi. Intanto la cliente si
muoveva, si agitava, si girava, mostrando sulla nuca il rilievo
im.paccioso di un nodo di capelli neri e densi, un poco sfatto,
e uno spicchio di gota che portava la trnccia di un'espressione
passiva : più ·che fredda indiffere nte : un'espressione eh~ le
palpebre grasse confermavano e la bocca, un poco disgustata,
aggraziava. Tale com'era - ia gioventù, la bellezza passand o
quasi inavve rtite - era propr io l'esempio, l'essenza di quella
misteriosa prostrazione feminea che inquietava e faceva soffrire
l'adolesc ente Alber to.
«
Eccola
»
sentì che quaicuno, nel suo
interno, pronunciava enfat icamente per lui : e ne
fl:1
atterrit o.
Lei si voltò del tutto , e fu del tutto visibile una piega di delu–
sione e quasi di dispetto all'ango lo del suo labbro : come suc–
cede alle sarte , dura nte una prova difficoltosa, le spille fra
i
denti . S'incamminò , almanaccand o colla borsetta, un pae<:o, i
fiori : sulle alte zeppe oscillava leggermente dalle spalle gra ciii
al calcag no. Storceva il piede destro.
Abbeverato d'incertezze estreme, a mezza strada fra il
t:
ma va! • del ragazzo scanzonato, e i fanta sticati presagi, Al–
berto tardi si ricordò che bisogna seguire le donne, chi voglia
inizia re un intrigo .
Se
ne ricordò che
la
ragazza voltava l'an–
golo fra piazza e strada , strascicando un po' il passo davanti a
una vetrina : di calzolaio, come appurò arrivandoci in un lampo:
e la ragazza entrava a.I nume ro venti, un gran portone .
«
Fa caldo • disse Alberto, con un sorriso smilzo, al pizzi–
cagnolo in gre mbinle che oziava accanto alla vaschetta del bac–
calà e dei ceci, sulla soglia della botte ga vuota. Era una neccs~
sità , ·per lui, aggrappars i alla parola quando, per un assunto
troppo difficile, il senso della vita gli sfuggiva fino a ridurlo