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PE1"ROCCHI
che sono tanto nelle abitudini settecentesche quanto nel sistema
rousseauia no.
E
qui
il Verri si sofferma a distinguere tra
religione
(ewa–
nazione della Div'inità attr averso la fede che si ba da ·ayere
nell' Autore giusto e buono della natura) e
superstizi01e
che
tende ad esagerare le pratiche esterne del culto. Però il Verri
non si esime dal consigliare alla figlia l'assiduit:ì nelle pratiche
ester iori, come atto necessario al mantenimen to della stima
pubblica. La sua religione
è,
quindi,
postub.tain un sentimen~o
natura le, e tutt i
i
1hovcnti della pratica di vita - la noia, la
curiosità,
il
timore, l'opinione della società - restano altret–
tant i moti\'i di una moralità che non ha trovat o altre ragioni
(fuori
di
quelle offerte dal sentimento) per cui con sistere in un
fatto ideale.
La remora cudemonistica alle passioni non ha trovato motivi
diversi da queili che erano nel1a sostam:a della morale del Della
Casa, per quanto in Verri si insinuino preoccupazioni di squi–
libri fut uri prodotti dalla forza degli ardori umani, squili bri
l.'he il Rinascim ento non poteva supporr e. D'alt ro canto nel
leggere
i
Ricordi a mia figlia
e app unto nel considerarl i come
uno dei più vivi documenti del costume settecentesco, si dovrà
tenere presente quale tr ascorso culturale anche la minim a nor–
ma di buona condott.1 port i con sè. E se le riserve morali che
il lettore suggerisce frequentemente a se stesso nel corso di
quest'operetta , veugono ad essere delimitate dalla moderate1.1.a
del Verri, la ricerca deHa folicit;\ ha perduto la sicurezza e
il buon senso dei tempi passati, riposa su una inquietudine che
è
sottoposta alle rea:doni interiori e ai mutamenti estern i della
vita e del costume.
Questi dubbi, queste disillusioni non sono tra· gli ultimi
pregi (anche lette rari) dei
Ricordi a mia figlia .
Avvertend~si
di
s.t.ardiscorre ndo con sostenutc?.1.a- e la figlia
11011
polr..:b ::