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PETROCCHI

domest ica pacatez;,,a del discorso, ma prefer isce serv irsi di

similitudini che un vago sapore di poesia rende più gustose ,..

comprensibili.

E

un moméntaneo riposar si

del temperam ento verr iano,

qut:sto tempo dei

Ric ordi a mia Jiglia:

un periodo tr anquillo se–

guìto al mat rimonio con sua nipote, una ragazza, com'egli sc:ri–

ve,•a al fratello Ales~ndro , che , ha nobilissime sens ibilità ar–

rossisce, ha le lacrime agli occhi : insomma

è

la sola che sia fatu

per me •· E ra stato un matrim onio di letter ati, nè si dimenti –

chenì di segnalare questo caso person:ilc a sua figlia, trasferen –

dolo a consiglio di buon comportamento: • La donna si getta

sconsigliatamente tra

le

bra<:cia dell'amore per lo pilt per la

noja

di

non avere niente da fare •. In definitiva, come il matri–

monio era stato per

iJ

Verri qualcosa che servisse a tenere occu–

pata la mente e a dare agio d'avere un soggetto da cominciare

(lui che era stato la vittima dell'indifferenza e dell'ozio, a tratt i

interr otto dalle furiose s,·enate di gelosia della matura amante

Maddalena Isimbardi), così questi

Ricordi a mia figlia

nascono

più

dal desiderio di chiarir e

un

disag io personale, che dall a

volontà di fornire norme ed organizzare in anticipo la vita di

una figlia che, all'atto della compilazione

dell'opere tta, era

nata da poco. Un esem pio, quindi, di ozio paterno, sem.a la

esigenza dottrinaria e

moralistica che

cara tterizze rà,

venti –

cinque anni dopo, il maggiore impegno critic o e storico di Mel–

,·hiorr e Gioia.

G IORGIO Pe TROCCH!