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T_Tna notte dei primi di dicembre dell'anno scorso Bonomi,
per un inspiegabile ineomodo, fece un cattivo sogno, ebbe un
incuho.
Gli
parve che
i
sei partiti del C. L . N. g]i si stringes–
sero intorno al pe_tto e gli mozzassero il respiro. Diede uu urlo,
e si Jevò a sedere in mezzo al letto.Era l'alba. Si guardò intorn o,
e ancora tutto turbato borbottò: - Non
più
partiti, non pi,\
Comitato. Vogliono la mia pe11e-. Cosi si dice che si sarebhe
aperta la famosa crisi di dicembre, con la quale poco mancò
che Bonomi distruggesse il titolo per il quale egli aveva il potere
(era stato designato dal C. L. N. per il fatto che ne era il
presidente). La cosa si rappattumò con una diminuzione di pre–
stigio da u~a parte e ~a1l'altra.
La
massa -degli
«
uomini
dab–
bene che si fanno
i
fatti loro
II
scoprl, a quanto pare, che qual–
cuno aveva delicatamente messo un moscerino nel naso di Bo–
nomi mentre dormiva, e
fu
oltremodo ·soddisfatta della mezza
riuscita dell'impresa. Andando di quel passo c'era motivo di
sperare che si potesse ritornare alle posizioni badogliane.
Quegli uomini dabbene trascurarono nei loro calcoli akun i
fattori molto importanti, che erano costituiti dalle forze com–
battenti del C. L. N.; non videro che dal principio del 1945
si ripeteva. rispetto a Roma il fenomeno che era avvenuto a Na–
poli l'anno prima, quando si combatteva per la liberazi one di
Roma. La parte più efficace, più elevata delJ'antifascism o si
raccoglieva intorno ai comitati d'Alta Italia, e là, combattend o,
consolidava definitivnmentc le conquiste che a Roma erano stah~
annunziate e mal difese.
«
La guerra continUa • -
fu
la fras e malaugurata del
comun icato del colpo di stato del 25 luglio '43.
1:
La guerra
continua
1 -
ha detto anche il C. L. N. dell'Alta Italia. Qual–
che giorno dopo la gueua contro il tedesco si
è
chiusa; ma se
la gu~rra guerre ggiata
è
finita in Ital ia, non
è
finita la lotta
contro
i
residui numerosi, tenaci di un passato vergognoso.
Contro questi la guerra continua.
MARIO VINCIGUERRA