

di metodi tecnici più progrediti che accrebbe l'efficienza degli im–
pianti. Una statistica del 1891
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registrava l'introduzione nelle filande
dei seguenti miglioramenti, aventi lo scopo di ridurre le spese e mi–
gliorare la qualità dei prodotti: l'adozione di forni di stufatura dei
bozzoli con sistemi a circolazione di aria calda, invece che a vapore
acqueo; l'adozione di operaie speciali ed anche di sbattitrici mecca–
niche per la strofinatura e battitura dei bozzoli; filtrazione preliminare
delle acque entro le quali i bozzoli dovevano essere filtrati; impiego
di apparecchi per la bagnatura completa dei bozzoli nell'acqua bol–
lente prima della sbattitura; incassamento degli aspi entro custodie
a vetri percorse dall'aria calda; sostituzione del sistema a tavelle per
ogni capo a quello detto Chambon, a due capi; composizione delle
matasse con un solo filo non interrotto; diminuzione del diametro
degli aspi su cui si riceveva la seta e sostituzione dei rocchetti agli
aspi per raccogliere la seta; miglioramenti ai locali per adattarli al
lavoro d'inverno , per ventilarli ecc. Questa parziale razionalizzazione
degli impianti , mentre portava ad un prolungamento del periodo
annuo di lavoro nelle filande, veniva trasformando sempre più
la
trattura della seta da attività complementare dell'agricoltura in una
industria indipendente.
Nel 1890 erano aperti nella provincia di Como 140 opifici dediti
alla trattura che impiegavano 98 motori a vapore e 41 motori idrau–
lici. Ormai rovesciato appariva il rapporto tra bacinelle a fuoco
diretto , ridotte a 120, e bacinelle a vapore, che raggiungevano la
cifra di 9.384.
Le
bacinelle inattive erano 460 a vapore e 12 a fuoco
diretto. L'industri a della trattura impiegava complessivamente 16.298
persone di cui 499 maschi adulti, 195 maschi sotto i 15 anni, 11.332
donne adulte e 4.272 donne sotto i 15 anni
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•
Essa aveva assunto
una discreta concentrazione giacché, essendo i 140 opifici dediti a
questa attività del ramo serico localizzati in 89 centri, significava che
in ogni località in cui si esercitava quell'industria esistevano in media
1,57 opifici. A Como vi erano ben 7 opifici di trattura dotati di 614
bacinelle tutte a vapore, che impiegavano complessivamente 897 di–
pendenti; ma anche nei centri minori la concentrazione era conside–
revole: a Bellano per esempio gli opifici di trattura erano 3 con 342
bacinelle a vapore e 599 addetti; a Caslino d'Erba erano aperti 3
opifici dotati di 152 bacinelle a. vapore e con 236 addetti.
•Anche la torcitura consegul sensibili progressi soprattutto nel
senso di una diminuzione dell'impiego di manodopera infantile, do–
vuta, come vedremo, all'entrata in vigore nel 1886 della legge sul
lavoro delle donne e dei fanciulli. Nel 1890 l'industria della torci–
tura si esercitava in 114 località della provincia di Como; gli opifici
di torcitur a erano 206 (con una concentrazione media di 1,8 opifici
in ciascuna delle 114 località) ed erano dotati complessivamente
di 551.949 fusi attivi e 44.869 inattivi. Il totale degli addetti alla
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