

piuttosto stentato, che ebbe gravi ripercussioni anche sulla situazione
degli operai tessitori, costretti a subire alternativamente riduzione di
salario, disoccupazione e miseria.
In
questi anni si accentuò la tendenza da parte degli imprenditori
ad abbandonare la città e a trasferire la lavorazione di tessitura nelle
zone di campagna. Il fenomeno di emigrazione dei telai dalla città
alla campagna si era già manifestato con un certo vigore negli anni
immediatamente successivi all'Unit à; l'esodo era iniziato da Milano
diretto verso le campagne della Brianza e del Comasco
22
e ben
presto anche Como aveva subito lo stesso processo. Com'è facile
intuire, l'impulso principale al trasferimento degli stabilimenti tessili
nei centri rurali collegati al capoluogo veniva dalla possibilità per gli
imprenditori di attingervi manodopera abbondantissima a infimo
prezzo, e infinitamente più
«
sottomessa» di quella urbana
23
•
Una
delle principali preoccupazioni degli imprenditori era anzi quella di
«
disseminare dette fabbriche ad una certa distanza le une dalle altre,
onde evitare che fra di esse sorgesse concorrenza per
il
salario »
24
•
L'argomento del basso prezzo della manodopera nella campagna
è
quindi la chiave principale per comprendere l'aspetto della localiz–
zazione dell'industria tessile. Come vedremo, infatti, il fenomeno
del decentramento degli opifici si accentuerà nei momenti cruciali
per l'industria della tessitura, toccando le sue punte massime in cor–
rispondenza con lo scoppio degli scioperi rivendicativi dei tessitori–
cittadini.
Negli anni settanta, come si è già accennato, la tessitura mecca–
nica in provincia di Como era ancora ai suoi esordi ed appariva an–
cora assai lontana dal minacciare il predominio del telaio a mano.
Il problema della meccanizzazione della tessitura
fu
lungamente di–
battuto in quel periodo a Como; si trattava di allineare il setificio
comasco sulle posizioni di quei paesi (Inghilterra, Svizzera e soprat–
tutto Francia) che, avendo già compiuto da tempo una radicale
trasformazione tecnologica della loro struttura industriale, erano in
grado di produrre e di vendere tessuti qualitativamente migliori e
ad un prezzo minore. Ma l'introduzione del telaio meccanico era
considerata prematura e antieconomica
25
dalla maggior parte degli
imprenditori serici comaschi, che preferivano ricavare i loro profitti
ricorrendo ai vecchi sistemi, sia surrogando la mancanza di mecca–
nizzazione con la sovrabbondanza della manodopera semi-contadina
a basso prezzo, sia richiedendo insistentemente al governo
la
prote–
zione delle dogane.
A partire dal 1881, tutt avia, la tessitura meccanica, fino ad allora
rimasta fenomeno isolato nel setificio comasco, cominciò ad assumere
una certa importanza
26
•
Furono soprattutto le molte difficoltà e
gli
ostacoli di varia natura incontrati nel decennio 1880-90 (il ribasso
incessante del prezzo delle sete, il peso insostenibile della concorrenza
94
Biblioteca Gino Bianco