

lionese, il costo crescente della manodopera ormai capace di esercitare
una pressione organizzata, le complicazioni politiche internazionali)
che indussero un certo numero di industriali comaschi a intervenire in
profondità sulla struttura stessa del setificio comasco con l'introdu–
zione su larga scala del telaio meccanico e del sistema di produzione
accentrata. Da allora il processo di ampliamento e rammodernamento
dei vecchi opifici e l'impianto di nuovi stabilimenti di tessitura mec–
canica prosegui incessantemente. Lo sviluppo della meccanizzazione
si accelerò negli anni novanta, tanto che il numero dei telai mecca–
nici attivi nella provincia di Como sali da 686 nel 1890 a 1.863 nel
1895
27 •
A quella data l'industria della tessitura aveva ormai compiuto
notevoli progressi dal punto di vista produttivo e tecnico,
«
sia per la
varietà, sia per la perfezione dei suoi prodotti, non pochi dei quali so–
no esportati all'estero e sostengono vittori osamente il confronto con
quelli di Lione sui mercati di Londra, Crefeld, Vienna e Parigi»
28
•
L'incremento dei telai meccanici non soppiantò però la tessitura a
mano, che continuò ad avere un'importanza di primo piano nella
economia comasca. I telai a mano che nel 1885 avevano toccato la
punto massima di 7.500 unit à, subirono però un lieve regresso dopo
questa data, per effetto dell'avanzata della tessitura meccanica: nel
1895 il numero complessivo dei telai a mano era di 6.740 unità, di
cui circa 350 Jacquard. Alla stessa data l'indu stria della tessitura
occupava complessivamente 13.818 unità (triplicate rispetto al 1860)29.
La persistenza della tessitura a mano era legata in primo luogo
al basso costo e all'estrema facilità per l'imprenditore di attivare
e disattivare il telaio, a seconda della domanda del mercato. Inoltre
il telaio a mano era più adatto per tessuti di lavorazione complessa,
come le stoffe operate per abiti e cravatte o i damaschi, che veni–
vano eseguiti con grande abilità dai tessitori urbani. Influiva infine
anche un elemento di attaccamento a una tradizione, a un costume
profondamente radicato
3".
Continuava sempre, però, con grande disa–
gio per le maestranze urbane, l'esodo di telai a mano dalle città ai
piccoli Comuni della provincia
31
•
Nella tessitura a mano era tuttora molto diffuso il sistema della
lavorazione eseguita a domicilio o in piccoli laboratori per conto delle
ditte imprenditrici
32 ,
a differenza della tessitura meccanica che pre–
supponeva l'accentramento della produzione e degli impianti. Paralle–
lamente allo sviluppo e alla diffusione dei telai meccanici si verificava
una loro dislocazione nei centri extraurbani e rurali collegati col ca–
poluogo, dove gli opifici facevano capo avendovi gli uffici o un sem–
plice recapito: a Como, nel 1895-96 erano concentrati soltanto sette
opifici di tessitura, che disponevano, ad eccezione di due (gli stabi–
limenti Pozzi e
De
Negri, interamente meccanizzati) di telai mecca–
nici e a mano.
Verso la metà del decennio 1890-1900, erano dieci le case mani-
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Biblioteca Gino Bianco