

poteva giovarsi dello sviluppo non indifferente che le attività com–
merciali avevano raggiunto in Lombardia. Dal punto di vista tecnico
l'indu stria della seta comprendeva tre fasi di lavorazione, la trattura,
la torcitura e la tessitura, attraverso le quali si provvedeva alla tra–
sformazione del sottile filamento tratto dal bozzolo in prodotto semi–
lavorativo o finito pronto per la vendita sul mercato. Quindi, per
meglio inquadrare le considerazioni che verremo svolgendo riguardo
ai rapporti e alla natura del lavoro prestato dai tessili, illustriamo
brevemente i vari procedimenti tecnici della lavorazione serica.
Anzitutto, per una buona riuscita nell'allevamento del baco, era
indispensabile acquistare seme-bachi sano e sorvegliare attentamente
ogni fase di sviluppo. L'ambiente dove si trovavano i baclù doveva
essere ben ventilato, e l'aria rinnovata a intervalli regolari; i baclù
dovevano essere sistemati su stuoie e abbastanza distanziati; la foglia
del gelso che veniva somministrata come cibo, doveva essere pulita
e fresca. Ottenuto il bozzolo aveva inizio la lavorazione vera e pro–
pria, la cui prima fase era quella della trattura. Una prima operazione
di « bagnatura » consentiva lo svolgimento del bozzolo e si compiva
immergendo il bozzolo in acqua calda posta in bacinelle di rame o
ferro smaltato o grès. Il riscaldamento dell'acqua per la bagnatura
poteva farsi a fuoco diretto o a vapore. Il primo sistema, ormai
in
decadenza, richiedeva un'operaia per tenere acceso il fuoco, molto
tempo per il riscaldamento dell'acqua e presentava pericolo di in–
cendi. Seguiva poi un'operazione di « strofinamento », con la quale
si passava una spazzoletta sui bozzoli per rintracciare
il
capo-bava. Si
riunivano poi le bave svolte da due o più bozzoli (« attorcigliatura »),
non essendo sufficiente la bava di un solo bozzolo a formare un filo
di seta, e con l'operazione di
«
innaspatura
»,
riservata generalmen te
alle operaie più piccole, si raccoglieva il filo attorcigliato su di un
aspo, posto direttamente dietro il banco della filatrice. Il prodotto
finale di queste operazioni costituiva la seta greggia.
Compiuto il ciclo di trattura iniziava quello della torcitura, con
le tre operazioni preparatorie di « bagnatura », « incannatura », « puli–
tura ». Nella
«
bagnatura » si immergevano le matasse di seta in
acqua e sapone per poter togliere loro agevolmente le costole.
Le
matasse lavate venivano poi collocate sopra un aspo e si procedeva
alla «incannatura», consistente nel trasporto del filo dall'aspo a
un rocchetto per ridurlo in piccola quantità e potergli poi comunicare
un moto rotatorio rapido per la torsione. Seguiva la « pulitura », che
consisteva nel far passare il filo entro una filiera, fatta di cuoio, o
sughero, o porcellana, in modo che tutte le pelurie venissero coricate
sul filo. La torcitura vera e propria aveva per scopo quello di saldare
definitivamente le bave mediante una o più torsioni del filo, cosl da
dargli la forza necessaria per servire come trama e ordito•. La tessi–
tura della seta infine veniva esercitata prevalentemente a domicilio
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Biblioteca Gino Bianco