

grazie
alla diffusione del
seme
selezionato
resa possibile
dagli
studi
che scoprirono alcuni rimedi efficaci per combattere la
pebrina.
Sulla base delle statistiche ufficiali
è
possibile
seguire
il
processo
di sviluppo e di trasformazione delle industrie di trattura
e
torcitura
nell'ultimo trentennio dell'800. Secondo i dati riferiti dall'Ellena
9
,
nel 1876 la situazione dell'attività della trattura in provincia di
Como era la seguente: si andava generalizzando il sistema del ri–
scaldamento a vapore in sostituzione del vecchio e antieconomico
sistema del riscaldamento delle bacinelle a fuoco diretto e si estendeva
l'impiego del vapore come forza motrice
10
,
fenomeni che riflettev ano
la piena decadenza della trattura semidomestica. Infatti si registrava
un calo nel numero delle filande, ma la produzione era in aumento
per la concentrazione e la modernizzazione delle imprese. Esistevano
nella provincia di Como 8.405 bacinelle a vapore,
di
cui 7.830 attive
e 652 inattive, e 1.698 bacinelle a fuoco diretto, di cui 1.150 attive
e 548 inattive. L'industria della trattura impiegava complessivamente
11.605 addetti di cui 488 maschi adulti, 6.967 femmine adulte e
4.150 fanciulli.
Le
filande erano dislocate sia nei centri lacuali e
nelle valli, sia nei maggiori centri della provincia: a Como, per
esempio, si contavano
554
bacinelle tutte a vapore, a Lecco 330
bacinelle anch'esse tutte a vapore.
Anche nell'industria della torcitur a alla progressiva riduzione nel
numero dei filatoi si accompagnò un aumento della loro poten–
zialità media. Si riscontrava un processo di ammodernamento e am–
pliamento di molti vecchi stabilimenti e l'apertura di nuovi impianti.
La spinta principale a questi progressi d'ordine tecnico veniva dalla
concorrenza esercitata dai produttori stranieri ed era attenuata però
in misura notevole dalla larga disponibilità di manodopera a basso
costo. Nel 1876 vi erano nella provincia di Como 725.901 fusi,
di
cui 698.723 attivi e 27.168 inattivi, che impiegavano complessiva–
mente 24.316 unità di cui 2.198 adulti maschi, 8.182 femmine
adulte e 13.936 fanciulli. La maggior concentrazione dei fusi si no–
tava nelle località rurali poste in prossimità dei maggiori centri della
provincia, Como, Lecco e Varese.
Per quanto riguarda i dati riportati sugli addetti alla lavorazione
della seta, dai quali risulta il larghissimo impiego femminile e infan–
tile, si deve osservare che lo sfruttamento intensivo delle donne e dei
fanciulli negli opifici tessili e il basso costo di questa manodopera
non specializzata furono tra gli elementi principali che permisero agli
imprenditori italiani
di
reggere la concorrenza dell'industria straniera
e di rafforzare notevolmente le imprese
11
•
Nel decennio 1880-90, che vide il mutamento in senso protezio–
nista della politica doganale italiana, reclamato con insistenza dagli
industriali tessili, si accentuò ancora la tendenza alla concentrazione
e
al
rafforzamento delle imprese, si diffuse ulteriormente l'adozione
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Biblioteca Gino Bianco