

Eppure alla fine dell'anno, nd suo consueto bil~cio,
riferito
a
tutta l'Italia, la Federazione non,J><>tcvache cnunoarc 27
«
mo–
vimenti
»,
fra i quali
16
scioperi . Ed in realtà, ad esempio alle
due principali e più dure agitazioni dalle quali furono interessate
varie decine di migliaia di operai, la direzione riformista non par–
tecipò, o vi svolse una funzione del tutto subalterna.
Ma la stessa
importanza delle agitazioni citate richiede a questo punto una som–
maria descrizione dei fatti.
La prima vertenza la originarono gli operai automobilistici delle
fabbriche « Bianchi »,
«
Alfa » e « Isotta Fraschini », presentando
nell'aprile per mezzo del Sindacato Metallurgico aderente all'Usi
un memoriale in cui si avanzavano principalmente le seguenti
ri–
chieste:
1)
Orario settimanale di
55
ore, di cui solo
5
al sabato,
retribuito però ancora come 60; 2) Aumento del
15%
sui salari
e riduzione del ventaglio di qualifiche; 3) Facoltatività dei cottimi
con prezzi da stabilirsi di comune accordo fra operai ed indu–
striali; 4) Facoltatività degli eventuali straordinari, da retribuirsi
comunque in misura molto maggiorata; 5) Riconoscimento della
Commissione Interna; 6) Impegno della ditta a far ricorso a dimi–
nuzione di orari prima che a licenziamenti in caso di diminuzione
di lavoro.
Il «Consorzio degli Industriali» rispose che, « considerate le
richieste assolutamente inconciliabili colla necessità di regolare ed
ordinato svolgimento delle industrie, non poteva prendere in con–
siderazione le domande presentate »
250•
Il
19
aprile pertanto
gli
oltre 1.000 operai mteressatl JD1Z1a–
rono compatti lo sciopero. Vi aderirono inoltre per solidarietà an–
che i lavoratori del reparto biciclette della « Bianchi
»,
nonostante
che la Camera del Lavoro, a cui erano iscritti, avesse cercato di
dissuaderli. Il
5
maggio, poiché la situazione non accennava a
sbloccarsi, il Comitato dello Sciopero chiese, con esito favorevole,
l'adesione di tutti i metallurgici, nonostante che la
CclL
ancora una
volta
«
avesse apertamente sconsigliato e biasimato l'entrata in
scena dei metallurgici stessi
»
251
•
La massa operaia rispose invece
all'appello, cosicché si misero in sciopero oltre 30.000 lavoratori
metallurgici, nonostante che la CdL
«
confermò
il
suo atteggiamen–
to, invitando i propri soci a riprendere
il
lavoro
».
Dopo 7 giorni
di sciopero generale dei metallurgici, dietro invito ddl'Unione Sin–
dacale, lo sciopero si estese alle altre categorie, prima fra tutti i
tramvieri. Ne nacquero incidenti a seguito dei quali vennero
arre–
stati organizzatori sindacalisti ed operai fra i più attivi, tra cui il
scgr<:tari~del Sindacato Metallurgici Bacchi cd il dirigente dell'Usi,
Comdorn. Do~ qualche giorn9 ancora si giunse ad un compro–
messo per la ripresa delle trattative, cosicché tutti tornarono
al
la–
voro, tranne
gli
operai del settore automobilistico.
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