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a giustificazione di questo fenomeno? Il Verzi, primo segretario

della Fiom, in una sua relazione importantissima perché contiene in

embrione tutta una serie di valutazioni che saranno alla base della

azione svolta dalla federazione nei suoi primi anni, credette di

rav–

visare dette cause esclusivamente nei « modi

»

di sviluppo dell'indu–

stria del settore. Egli affermava infatti

I<O

che « dopo l'unificazione

l'industria lombarda subi addirittura un regresso e si riconsolidò solo

dopo il 1890, per

la

facoltà accordatale dal governo di introdurre

col dazio dei rottami (una lira per tonnellata) anche i lingotti di

ferro

ed

acciaio piccoli (che pagavano prima 4 lire), rendendo con–

veniente la fabbricazione del ferro di rimpasto. Senza ciò - prose–

guiva il Verzi - non si capirebbe perché gli operai interessati solo

verso il 1891 nelle vallate lecchesi sentirono il desiderio di orga–

nizzarsi

».

Sempre secondo il segretario dei metallurgici

«

l'alta pro–

tezione statale diede impulso vigoroso all'industria siderurgica, scon–

volgendo il rapporto a danno delle industrie meccaniche che entra–

rono in crisi [ ...

J.

Ciò mostra la ragione - egli prosegue - per

cui le organizzazioni dei meccanici e dei fonditori milanesi sorte fin

dal 1891 [ ...] diminuissero considerevolmente verso il 1893 [ ...]

mentre l'organizzazione si sviluppava negli altri centri. Non

per

questo l'industria meccanica non trovò il suo sviluppo crescente

che durò fino al 1903. E proprio a questo periodo corrisponde, come

si desume dagli specchietti comparativi, delle forze federali, Io svi–

luppo dell'organizzazione metallurgica italiana

».

Ora uno stretto rapporto fra il grado di organizzazione dell'in–

dustria e le sue vicende economiche da un lato e l'esigenza di or–

ganizzazione operaia dall'altra appare indiscutibile teoricamente e

verificabile sperimentalmente nella prassi degli anni in questione.

Non

è

chi non veda tuttavia i limiti

cli

una concezione che interpre–

ta in senso eccessivamente meccanicistico e semplicistico il rapporto

stesso, individuandovi un nesso immediato di causa ed effetto. In

definitiva la concezione e l'interpretazione puramente economicistica

delle vicende connesse al mondo del lavoro appaiono gravemente

limitative, trascurando l'importanza del fattore ideologico, della pro–

paganda, della direzione e dell'agitazione di temi rivendicativi con–

seguenti. Ne nacque cosl un'ideologia del!'« ordinata espansione pro–

,:luttiva

»

come unica possibilità di sviluppo del movimento operaio

e sindacale e si affermò una tendenza in definitiva indirizzata in

senso tradeunionista.

Che queste fossero le caratteristiche tendenziali del movimento

sindacale metallurgico, almeno in questi primi anni, apparirà ancor

più evidente nel prosieguo della ricerca. Per ora basterà osservare

come questa interpretazione meccanica del rapporto tra sviluppo

dell'industria e rafforzamento dell'organizzazione operaia si reg–

gesse, tra l'altro, su alcune forzature evidenti. Si consideri ad esem-

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