

Aumenti proporzionali dovettero realizzarsi più o
meno
per
le
altre categorie, ma va ancora ribadito che le m~e _eff_ettivc
~
retribuzioni di
tutti
gli operai erano certamente mfcrton, perché m
un'epoca in cui ancora scarsissimi erano i contratti collettivi di cate–
goria, validi cioè, almeno in una stessa città, _per tutt_i i lavoratori
di uguale qualifica, era logico che le punte ptu orgamzzate e com–
battive ottenessero trattamenti relativamente privilegiati.
Sempre per il 1905 sappiamo che gli operai della importante
società meccanica
«
Miani
e Silvestri
»
venivano retribuiti con i
seguenti salari giornalieri
120
:
lire
136
fonditori e
modellisti
3,30
155
fucinatori
2,70
269
tornitori
2,90
604
calderai
2,80
403 addetti alle macchine
3,40
115
verniciatori
3,00
311
facchini
2,30
88
mmatori
2,90
Come si può notare
le
retribuzioni in questa ditta non erano
dunque aumentate di molto. I salari minori erano ancora quelli dei
facchini, i maggiori quelli delle categorie più specializzate (model–
listi, addetti alle macchine).
In
una importante impresa automobilistica milanese, l'Isotta Fra–
schini, che impiegava maestranze altamente specializzate, la media
di salari era alquanto superiore. Questi i salari giornalieri in
lire
m:
112
tornitori
3,80
20
fresatori
3,80
52
trapanisti
4,00
27
aggiustatori
3,90
47
montatori
4,30
32
facchini
2,70
In
margine a questi dati riportati si impongono alcune conside–
razioni. Va notato anzitutto che la classe operaia cittadina andava
costituendosi con delle caratteristiche specifiche anche
dal
punto di
vista qualitativo.
In
sostanza
!;'e
in questi
anni
il proletariato metal–
lurgico milanese era diventato il più consistente e numeroso d'Italia,
non si può dite invece che fosse anche quello con il più alto
grado
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Bib lioteca Gino Bianco