

e ventilati, nei quali
cioè
era minimo il deposito
di
polvere
di
ferro
e carbone ed il calore, compatibilmente con le necessità delle lavo–
razioni, era relativamente moderato. Appare tuttavia evidente che se
pure questa descritta fosse la situazione reale nella fabbrica, essa,
per l'imp ortanza e
la
dimensione dell'azienda, doveva ritenersi del
tutto particolare e comunque ben lontana dalle caratteristiche reali
della grandissima maggioranza degli opifici.
Lo stesso Errera, a proposito del lavoro
di
donne e fanciulli, affer–
mava poi nella sua relazione
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che nei tre circondari
di
Como, Lecco
e Varese sarebbero stati solo 14 i bambini maschi occupati compresi
fra i 9 ed i 12 anni, e 178 fra i 13 ed i 16 anni, mentre
50
sarebbero
state complessivamente le donne.
t
certo effettivamente che nell'in–
dustria metallurgica e meccanica il problema era meno avvertito ad
esempio che nei settori tessili, poiché il carattere stesso delle lavo–
razioni precludeva in molti casi l'impiego in massa
di
queste categorie.
Comunque sia, misure legislative che in qualche modo regolassero
il lavoro dei fanciulli nelle fabbriche si ebbero, come
è
noto, solo
dal 1886, mentre per il lavoro delle donne si dovette aspettare ancora
sino all'inizio del secolo.,_ Tuttavia si può con certezza escludere che
anche le norme , pur incredibilmente arretrate , in vigore dal 1886
venissero integralmente applicate.
In
particolare nelle industrie ·me–
tallurgiche non vennero mai osservate le disposizioni sull'obbligo
scolastico, come mostrano le statistiche sull'analfabetismo e quelle
concernenti le visite mediche. Sembrerebbe invece d'altra parte che
le disposizioni sull'età minima e sull'orario giornaliero avessero tro–
vato applicazione, in molte aziende metalmeccaniche lombarde, ancor
prima della emanazione della legge. Infine occorre notare come man–
chino statistiche realtnente informate ed esaurienti relative alle con–
dizioni igieniche e sanitarie ed alle malattie professionali che pure
dovett ero affliggere in maniera tanto grave anche i lavoratori metal–
lurgici lombardi in questo periodo.
A questo punto cerchiamo di analizzare, secondo
i
dati in nostro
possesso, la condizione degli operai dal punto
di
vista delle retri–
buzioni. Anche a questo proposito
è
necessario premettere però al–
cune considerazioni di carattere generale.
Il periodo in questione era caratterizzato anzitutto da una grande
abbondanza
di
mano d'opera, le
cui
cause principali furono sostanzial–
mente il già ricordato afflusso
di
lavoratori
di
origine agricola e più in
generale
la
forte immigrazione da altre regioni" . Due furono le con–
seguenze
di
tutto ciò. Da un lato il fatto che per molti anni e per
la grande massa dei lavoratori privi di una vera qualificazione pro–
fessionale non si poté neppure parlare
di
contrattazione salariale.
D'altro canto la generale mancanza di specializzazione fece sl che i
pochi lavoratori qualificati, occupati soprattutto nei maggiori stabi–
limenti della meccanica pesante, percepissero salari notevolmente su-
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