Table of Contents Table of Contents
Previous Page  377 / 460 Next Page
Information
Show Menu
Previous Page 377 / 460 Next Page
Page Background

2. Condizioni di lavoro, orari e salari

degli operai metallurgici e meccanici lombardi

Dall'unificazione alla fine del secolo.

Si

è

già osservato, nella parte dedicata allo studio delle strut–

ture produttive , come

il

processo di industrializzazione, con

la

formazione di grandi unità aziendali di tipo capitalistico ed

il

conse–

guente inurbamento delle imprese stesse, si sia attuato in modo abba–

stanza consistente, per le aziende metallurgiche e meccaniche lom–

barde, solamente verso la fine del secolo. Sino ad allora le industrie ,

tranne alcune eccezioni, erano vissute in qualche modo, gestite con

criteri ancora precapitalistici .

Il padronato dell'epoca preferiva conseguire guadagni relativa–

mente ridotti, realizzati sfruttando

il

basso costo di attrezzature ar–

caiche e superate e una mano d'opera poco qualificata, sottomessa ed

impiegata con saltuarietà, piuttosto che mirare ad una produzione

concorrenziale mediante un ampliamento, potenziamento e moder–

nizzazione degli impianti e la conseguente promozione professionale

ed economica dei lavoratori.

Fin quasi alla fine del secolo dunque la caratteristica nettamente

predominante era l'esistenza di piccole industrie, la loro dispersione

nelle vallate, dove era possibile lavorare il minerale ed i metalli in

condizioni economicamente favorevoli, infine la saltuarietà del lavoro

stesso, legata alla irregolarità dei dcli produttivi.

• Due erano pertanto le figure tipiche di lavoratori metallurgici

nelle vallate del bresciano, del comasco e del bergamasco: da un

lato l'operaio di derivazione artigiana, dall'altra l'operaio contadino.

I primi erano certamente assai meno numerosi, avevano generalmente

delle buone conoscenze tecniche, di cui peraltro conservavano gelosa–

mente

i

segreti, e nel complesso non dovevano trovare eccessiva

difficoltà a realizzare dignitosi guadagni. Molto più diffusa era in–

vece l'altra categoria. Si trattava in questi casi di lavoratori della

367

Biblioteca Gino Bianco