

considerare come acc1a10il ferro omogeneo che si produceva
so–
prattutto nelle officine siderurgiche milanesi, e che ~vece in_p~
cedenza veniva considerato ferro comune. Questo
diverso
cnteno
di classificazione spiega dunque perché in soli due
anni
l'acciaio
lombardo sia passato dalle
50.000
alle 150.000 tonn.
ed
il ferro
da 135.000 a 38.000 tonnellate. Nel 1913 comunque, escludendo
la ghisa, la produzione siderurgica lombarda era risalita complessi–
vamente al 20% del totale nazionale
76
•
Nella produzione di ghisa,
ferro ed acciaio della regione erano occupati a questa data
6.645
lavoranti. Quanto agli altri metalli la loro produzione aveva ancora
una scarsa importanza, essendovi occupati complessivamente non
più di
4.500
operai in tutto il paese e qualche centinaio in Lom–
bardia
n.
Naturalmente prosegul anche l'opera di miglioramento
ed ammodernamento degli impianti.
Più arduo, per la frammentarietà dei dati disponibili,
è
defi–
nire i progressi dell'industria meccanica. Un certo sviluppo ebbe
sicuramente il settore automobilistico, che nel 1913 giunse ad
esportare circa 3.500 vetture. Fra le fabbriche che si segnalavano
in Lombardia vi erano l'A.L.F.A ., con 200 operai; la Zust di Bre–
scia con 300; l'Isotta Fraschini con
550
e soprattutto la Bianchi
che nei due reparti, per automobili e biciclette, impiegava 883
operai
73 •
Degli altri settori erano in buon sviluppo quelli
per
la
produzione di macchine industriali
ed
agricole e soprattutto, dopo
gli ultimi avvenimenti politici, quelli impegnati nella fornitura di
commesse belliche. Anche molti stabilimenti già specializzati nel ra–
mo ferroviario, come la Breda, si applicarono a queste produzioni,
in considerazione pure del sostanziale ristagno del loro settore.
Nel complesso comunque si può obiettivamente affermare che il
quadro dell'industria metalmeccanica lombarda era nel 1913 ben
diverso da quello che si presentava solo una quindicina di
anni
prima,
ed anche se la piccola industria, col 93% delle fabbriche ed il 29%
degli operai vi aveva ancora una parte di rilievo, tuttavia non
è
possibile trascurare il fatto che vi si era affermata finalmente e deci–
samente anche la grande industria.
Biblioteca Gino Bianco