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Il confronto di questi dati dimostra dunque come in realtà

soltanto per la produzione del ferro, l'industria lombarda fosse riu–

scita a mantenere una posizione di primo piano, mentre per quanto

concerneva l'acciaio si era ancora lontani, con circa 1/20 della pro–

duzione nazionale, dalla produttività dei grandi e moderni impianti

umbri e liguri. Anche la produzione di ghisa non si era elevata dalle

poche migliaia di tonnellate , ottenute ancora con i tradizionali co–

stosi processi al carbone di legna.

Nel campo della meccanica il quinquennio in esame

fu

pure

ricco di novità e miglioramenti. Due settori nuovi vi si afferma–

rono: l'elettromeccani ca e la fabbricazione di automobili, entrambi

localizzati soprattutto nel circondario di Milano. Naturalmente le

imprese che si occupavano di queste produzioni erano ancora poco

numerose e raramente di notevoli dimensioni, tanto che solo nel

quinquennio successivo si assisterà alla effettiva e consistente affer–

mazione di questi due rami. Nondimeno il fenomeno

è

di per sé

rilevante e significativo degli indirizzi nuovi che l'industria mecca–

nica lombarda, in evidente espansione, andava perseguendo .

Il settore più importante restava naturalmente quello della fab–

bricazione di materiale ferroviar io.

In

questo campo la politica sta–

tale faceva sentire i propri benefici influssi sia attraverso i vantaggi

concessi negli appalti alle imprese italiane, sia attraverso il mani–

festo proposito di procedere alla statizzazione di tutta la rete na–

zionale già esistente. Questo provvedimento avrebbe comportato

un cospicuo rilancio delle ordinazioni perché vi era la necessità di

rammodernare quasi completamente l'inter a rete nazionale che, se

era ormai stata quasi completamente ultimata, versava però in con–

dizioni rovinose. Ed in previsione di ciò le più importanti imprese

si riorganizzarono per poter far fronte alle imminenù nuove richie–

ste. La Breda, ad esempio, che dal 1° gennaio 1900 era divenuta

società anonima con un capitale di 8.000.000 di lire, nel 1903

trasferì le proprie officine nella zona di Sesto San Giovanni, dove

aveva acquistato ben 400.000 mq. di terreno

41

Sorsero inoltre

altre fabbriche come la

«

Carminati e Toselli », costituita nel 1899

come società in accomandita semplice. Abbiamo già ricordato infine

la nascita della

«

Società Anonima Officine Meccaniche » a Milano,

a,_vvenuta sempre nel 1899 a seguito dell'unione di Miani-Silvestri

e Grondona.

Vi

è

ancora tuttavia un altro elemento che dimostra indiretta –

mente lo sviluppo conseguito in questi anni dalle industrie metal–

meccaniche lombarde: il fatto cioè che gli imprenditori comincias–

sero ad avvertire la necessità di unirsi in organizzaziqni internazio–

nali per

«

difendere solidariamente gli interessi dei soci da imposi–

zioni restrittive, [provenissero] esse sia da eccessi di Autorità , sia

da coalizioni operaie»

43

.

Sorsero cosl nel 1899 il

«

Consorzio fra

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