provincia
ferro{tonn.)
Bergamo
3.760
Brescia
16.460
Como
22.710
Milano
17.770
Lombardia
60.700
Italia
177.392
acciaio{tonn.)
775
1.936
1.300
2.743
6.754
154.134
ghisa (tonn.)
4.480
4.480
75.279
I dati sin qui riferiti, se non consentono di esaminare la strut–
tura interna dell'industria metallurgica lombarda, distinguendo i
vari gruppi di aziende secondo la loro consistenza, il numero di
operai occupati, la produttività, la disponibilità di energia motri–
ce ecc., permettono tuttavia di fare ugualmente alcune utili consi–
derazioni.
È
interessante notare ad esempio, come ben 213 motori ,
pari ai 2/3 di quelli censiti fossero ancora idraulici ed erogavano
un'energia di circa 4.300 cavalli. Quasi la stessa cifra era fornita
dagli altri 80 motori vari, di cui ben una cinquantina erano nella
sola provincia di Milano, che risultava così la meglio attrezzata
tecnicamente. Circa 50 infine erano nel complesso le caldaie. Per
quanto concerne la produzione si può constatare invece come solo
per la fabbricazione del ferro la regione fosse effettivamente al-
1 'avanguardia, fornendo circa
il
30% del prodotto nazionale. L'ac–
ciaio ottenuto da industrie lombarde era invece meno del 5% del
totale italiano, ed anche la ghisa era sempre su percentuali insi–
gnificanti.
La Lombardia restava cosl in questi anni sostanzialmente estra–
nea ai due processi tendenziali che avevano accompagnato
la
rina–
scita della metallurgia italiana dalla fine del secolo: tendenza al
rovesciamento del rapporto fra produzione del ferro (ristagnante)
e dell'acciaio (in netta espansione), da un lato; sviluppo della pro–
duzione della ghisa (in altiforni al carbon coke), dall'altro.
Esaminiamo ora la situazione dell'industria meccanica, sempre
riferendoci ai dati della Statistica Industriale, che riportiamo a
P.ag.352. Anche per questo settore si possono trarre alcune considera–
zioni di ordine generale.
Le
industrie meccaniche risultavano sempre
più circoscritte alle province di Milano ed in secondo luogo di Brescia.
La
provincia del capoluogo contava infatti più del 75% degli operai
meccanici occupati nella regione e disponeva di una forza motrice
pure assommante ai 3/4 dell'intera potenzialità regionale. Va al–
tresl notato come questi impianti fossero tra i più moderni : a Mi–
lano ad esempio non vi era più praticamen te nessun motore idrau–
lico.
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