Palazzo Municipale,
che colà li
avrebberoattesi,
dichiarandoei
pronti
a
proteg–
gere
la
loro causa, siccome qualificatisi
tutti
per ingegneri.
Si sarebbe cosl formato un corteo di una sessantina di muratori che,
impadronitisi di una bandiera esposta in commemorazione delle
Cinque Giornate, si sarebbe diretto .verso
il
Lazzaretto, dove 250
operai erano impegnati nella costruzione della nuova stazione fer–
roviaria. Gli addetti ai lavori ferroviari, secondo la versione di
un ispettore,
«
vennero eccitati dai primi a seguire
il
movi–
mento, senza sapere di che cosa si trattasse, senza conoscere
dove si andava, chiedendosi fra loro cosa voleva significare
la parola Unione, perché l'inviti) era: " Seguiteci - cessate di la–
vorare - guai a chi si rifiuta - Evviva l'Unione! ", per
cui
di–
versi, cosl trascinati, seguirono la moltitudine, ma presto l'abban–
donarono appena poteron farlo senza che gli altri se ne avvedessero
».
Il grosso del corteo sarebbe comunque riuscito a rientrare in città
alla spicciolata, eludendo la sorveglianza che era stata disposta alle
porte.
«
Diverse grida si facevano sentire, chi voleva la libertà, chi
l'Unione, chi la repubblica, chi il popolo sovrano, chi danaro» . Ad
un certo punto, prima di giungere al Broletto,
il
corteo si sarebbe
sciolto senza che si verificassero scontri con le forze dell'ordine.
Gli arrestati furono pochi e nessuno fu identificato come promo–
tore dello sciopero.
L'avvenimento ebbe un'eco nella stampa di quei giorni; la ten–
denza fu quella di scagionare gli operai, che sarebbero stati
«
fuor–
viati da un'erronea intelligenza dei propri diritti e doveri » a quelle
«
incomposte riunioni
»
163•
L'opinione più diffusa attribuiva
la
re–
sponsabilità ai mazziniani e la stessa questura, che nei giorni anni–
versari delle Cinque Giornate era particolarmente vigilante sull'at–
tività dei repubblicani, orientò le proprie indagini in quella dire–
zione. Soltanto la
«
Gazzetta del Popolo di Lombardia » mostrò
di non credere ai supposti sobillatori repubblicani. individuando le
cause reali che erano state alla base dell'agitazione dei muratori:
«
La
dimostrazione degli operai muratori - scriveva
il
giornale - pro–
cede direttamente in linea retta da altre avvenute negli scorsi mesi
per ragioni di stipendio e di pane quotidiano, non da idee ultrade–
mocratiche
»
164•
Dopo
il
fallimento di questo primo tentativo di sciopero, l'agita–
zione dei muratori riprese nel mese
di
luglio, preceduta da una
intensa attività di agitazione e di propaganda da parte di un pic–
colo gruppo di muratori, fra i quali un certo Carlo Vanini di Lu–
gano. Secondo quanto si venne a sapere per dichiarazione di alcuni
capimastri,
«
da lui sarebbe partita la parola d'ordine e da lui si
sarebbero posti in circolazione tanti proclami
».
Nel corso
di
una
perquisizione nella sua abitazione,
fu
trovato infatti un volantino
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