Considerando ora la paga media del manovale in lire 1,90, dato
che in media, fra estate ed inverno , non lavorava più di 9 o 9 ore
e mezza al giorno e senza tener conto del fatto che la giornata in–
vernale era pagata meno, come si
è
visto, si vede come anche in
questo caso la paga giornaliera del manovale fosse al di sotto di oltre
20 centesimi del minimo vitale di sussistenza. Naturalmente questi
dati possono avere soltanto un valore approssimativo, tuttavia pos–
sono bastare a dimostrare come fosse scontato che il salario del
manovale dovesse essere completato dall'apporto di quelli della
moglie e dei figli per far fronte ad un sia pur ridottissimo bilancio
familiare. Si comprende pertanto come in quegli anni un qualsiasi
aumento dei prezzi dei generi di prima necessità si ripercuotesse
immediatamente su questi salari, che risultavano veramente al limite
della sussistenza.
Da un punto di vista opposto a quello del Lenti, il periodico
«
Il Muratore», esaminando il bilancio dell'operaio muratore, pub–
blicò a più riprese quadri delle spese necessarie per una famiglia
di quattro persone, dai quali risultava che, ad un muratore che per–
cepisse un salario di 32 centesimi all'ora
(il
che era già al di sopra
della media), tenuto conto che le giornate lavorative nel corso del–
l'anno fossero 220, rimanevano soltanto lire 228,70 per il vitto
(404,90 per tutte le altre spese), vaìe a dire lire 0,63 al giorno per
tutta la famiglia, neppure sufficienti ad acquistare due kg. di pane
comune
122
•
Per quanto le spese considerate necessarie per la casa,
il
vestiario ecc., fossero tutt'altro che esorbitanti, certamente la va–
lutazione delle necessità economiche dell'operaio si basava su criteri
assai diversi da quello di garantirne la pura e semplice sopravvivenza.
Un certo miglioramento della condizione economica dei muratori
si ebbe comunque soltanto con l'inizio del nuovo secolo, nel qua–
dro di un generale . miglioramento del tenore di vita della classe
operaia a Milano rispetto ai decenni immediatamente precedenti.
La
nuova tariffa conseguita con lo sciopero del 1901 m, infatti, pur
rappresentando da un lato un adeguamento dei salari all'aumento
del costo della vita rispetto ai livelli del 1887, si inserl comunque
in una situazione di maggior capacità di acquisto e quindi di valore
realç dei salari nelle particolari condizioni economiche, sociali e poli–
tiche dell'inizio del nuovo secolo.
Le
convenzioni del 1887 e del 1901 consideravano unicamente
il lavoro a giornata, anche se sulla base della retribuzione oraria. Nei
lavori
edili,
però, era largamente diffuso il sistema del lavoro
a
cot–
timo, che consentiva agli operai dei guadagni superiori a quelli che
potevano realizzare in base alla tariffa.
Fra i muratori erano in vigore due specie di cottimi:
il
cottimo
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