tenuto conto che un muratore, lavorando a cottimo, poteva costruire
anche un po' più
cli
2 mc.
cli
muratura retta al giorno
12•,
per que–
sto tipo
cli
lavoro egli poteva realizzare dalle 6 alle 7
,50
lire al gior–
no, con le quali però doveva anche retribuire
il
garzone ed
il
ma–
novale
al
suo servizio.
Di fatto, anche la tariffa del cottimo veniva elusa, per cui i
guadagni rimanevano spesso inferiori:
C.On
il
pretesto che
il
loro capomastroli minaccia
cli
licenziamento - scri–
veva
«
Il
Muratore
• -
assumono lavori
al
disotto del
minimo
e per riuscire
a guadagnare la giornata (senza contare quando ci perdono) fanno sforzi so–
vrumani,
dì
modo che
per
un lavoro che
ci
vorrebbe un mese, essi sgobbando
come bestie, impiegano soltanto quindici o venti giorni tutto a danno
cli
loro
stessi,
pcrch~
se quest'anno
i
muratori milanesi non avessero lavorato a cottimo
nell'intonacare l'interno delle fabbriche, a quest'ora
in
Milano non
ci
sarelr
bero
s} tanti muratori disoccupati
129,
Esisteva anche un cottimo per i manovali, per
il
trasporto delle
tegole e dei mattoni. Molti capimastri, volendo togliersi
il
pensiero
della sorveglianza, davano a cottimo
il
trasporto
cli
questi materiali
ad un capo manovale che si assumeva la responsabilità del servizio
e dava in genere ai manovali soltanto i due terzi di quanto riceveva
in denaro dal capomastro.
«
E cosl avviene che
il
sabato sera
il
più
bel bottino
è
quello dell'impresario dei mattoni che ha fatto niente
- scriveva
«
Il Muratore
» -
mentre
il
più magro lo si dà ai
poveri manovali che hanno lavorato tutta la settimana salendo e di–
scendendo magari tre o quattro piani
»
130
•
Questi intermediari veni–
vano chiamati
«
bulgoristi
»
ed assumevano
il
trasporto dei mattoni
al prezzo, in media,
cli
lire 1,80 al mille
131
•
Alcuni
cli
questi
«
impre–
sari
»
riuscivano ad allargare i loro affari anche al
cli
fuori del can–
tiere, come l'impresa Villa che nel novembre 1890 arrivò a fornire
tutti i manovali che occorrevano in città per
il
servizio dei mattoni
132•
Nel 1906
il
cottimo fu abolito per i muratori e rimase in vigore
soltanto per i manovali; verso la fine del 1910 venne condotta una
inchiesta sulle conseguenze dell'abolizione del cottimo sulla produt–
tività dei muratori e quindi sull'incidenza della manodopera sui
costi della costruzione. L'inchiesta fu condotta a mezzo di un que–
stionario inviato a diversi capimastri milanesi
cli
vario orientamento
politico, ai quali furono contrapposti i pareri delle organizzazioni ope–
raie
113•
Tutti i capimastri furono concordi nel dichiarare che la pro–
duttività dei muratori era diminuita rispetto a 10 o 20
anni
prima
134
;
però alcuni fecero notare come un tempo si usasse un sistema assai
più semplice nella costruzione del muro
«
collocando pietra su pie–
tra
»,
mentre in seguito anche
il
lavoro
cli
edificazione muraria era
diventato assai più complicato e meno produttivo. Dove invece la
produttività risultava senz'altro minore era nei lavori interni
«
in
271
Biblioteca Gino Bianco




