

Il nuovo orario non venne però rispettato dalla maggioranza
dei
capimastri se non dopo il superamento della crisi edilizia. Come
si vedrà attraverso l'analisi delle lotte operaie, già dall'87, con il
sopraggiungere del mese
di
settembre, approfittando della ridu–
zione dell'orario da 10 a 9 ore, i capimastri pretesero
di
pagare i
muratori 1 ora in meno, mentre secondo questi ultimi la riduzione
di orario non avrebbe dovuto comportare una diminuzione del sa–
lario. Si arrivò cosl allo sciopero che stabill un compromesso: da
un lato si modificò l'orario, stabilendo di far iniziare la giornata
di
lavoro alle 6 anziché alle 6,30 nei mesi di giugno e di luglio
e
di
farla terminare , nel mese di settembre, mezz'ora dopo; d'altro
lato si stabilirono dei minimi
di
tariffa per la giornata d'estate e
per quella d'inverno , per impedire che le variazioni di orario com–
portassero un'eccessiva diminuzione dei salari
93 •
Nel periodo 1860-80 erano molti i cantieri, a Milano, che chiu–
devano durante la stagione invernale per cui molti muratori, al–
l'inizio o alla fine di novembre, tornavano ai loro paesi. Nei mesi
più rigidi infatti, anche se si era giunti alla copertura dell'edificio,
non era possibile proseguire i lavori, anche quelli cosiddetti
«
in
civile
»,
perché la calcina congelava per il freddo.
Nun fem el murador
E l'inverno el se vicina
Che gela la calcina
Se po pu lavorà.
era il ritornello che si usava ripetere al sopraggiungere dei pruru
freddi e all'avvicinarsi della prospettiva di una forzata disoccupa–
zione
94 •
I capimastri approfittavano anche di questo per violare l'orario.
Con la scusa che i materiali gelavano e i muratori non potevano
lavorare,
li
obbligavano a cominciare
«
chi alle 8,30 e chi alle 9
»
e alcuni
«
a smettere il lavoro mezz'ora prima alla sera, col pre–
testo che all'interno dei fabbricati non possono vederci a lavorare
sino all'ora stabilita
» "·
Soprattutto nel periodo 1890-94, con il clilagare della crisi, le
violazioni dell'orario furono continue. I capimastri cercavano per
Io più di rifarsi sulle ore di riposo, o tentando di togliere la mez–
z'ora per la colazione, o rubacchiando qua e là qualche quarto d'ora
facendo suonare un po' prima la campana per
la
ripresa dopo
la
sosta di mezzogiorno e un po' più tardi la sera, senza corrispon–
dere nessuna differenza di prezzo
96
•
Il giornale della Società Mutua pubblicava tutti i mesi gli orari
di lavoro esortando i muratori a rispettarli e a farli rispettare
dai
capimastri. Nel 1891 le violazioni erano giunte al massimo
grado.
«
L'orario in molte fabbriche
è
come se non ci fosse ,.
scriveva
263
Biblioteca Gino Bianco