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Note

1.

1

Cfr.

G.

RrvA,

L'arte del cappello

e

della berretta a Monza e a Milano

nei sec. XVI e XVIII,

Monza, Tipografia Sociale Monzese

1909;

L. MODORATI,

Cronistoria della città di Monza dall'origine fino

al

1900,

Monza , Tipogsafia

Sociale Monzese 1925i C. A.

V1ANELLO,

Relazioni sull'industria, il commercio

e l'agricoltura lombardi del

'700, Milano, Giuffrè

ed. 1941;

B. CA1zz1,

Indu–

stria, commercio e banca in Lombardia nel XVIII sec.,

Milano, BancaComm.

l t. 1968; Z.

LuCCHINI -

G.

RIVA,

Guida di Monza e circondario,storica-artistica–

descrilliva-commerciale,

Milano, Morosini

&.

C. 1897; B. TRADATl,

Guida sta–

tistica della provincia di Milano,

Milano, Pirola 1848; Commissio ne Consiglio

Comunale di Milano,

Milano e il suo territorio,

Milano, Pirola 1844; G. MEa–

LINI ,

Il

passato,

il

prestnte e

l'avvenire dell'industria manifatturiera in Lom–

bardia,

Milano, Libreria F. Sanvito 1857; A. DE

MADDALENA,

L'industria mi–

lanese dalla restaurazione austriaca alla vigilia della unificazione nelle rileva–

zioni della Camera di Commercio di Milano,

in

«

Studi

e

statistiche della C.C.I.A.

di Milano

i.,

n. 1, 1957; G. FRATTINI,

Storia e statistica dell'industria mani–

falluriera in Lombardia,

Milano, Tip. G. Bemasdoni MDCCCLV I ; A.

MARIANI,

La

cappelleria monzese,

in

« Monza benefica

i.,

Monza,

Tip. Paleari 1896;

L.

CARERA,

Brevi cenni sulle indust rie monzesi

(1856-1896),

in

«

Monza

benefica •• Monza, Tip. Palcati

1896.

2

In Piemonte piccole ind11strie

per

la fabbricaz ione di cappelli erano

sorte fin dagli inizi del 1700 a Torino, Biella, Ghiffa, Andorno e

i

contat ti

con

la

Francia, dove specie a Lione l'industria del cappello

era

più avanzata,

avevano permesso ai cappellai piemontesi di perfezionare i sistemi di lavo–

razione con buon anticipo rispetto ai colleghi lombardi. Cfr. L. RAMENzONI,

Il cappello e la sua fabbricazione,

Milano, Ulrico Hoepli

1924,

p.

11.

3 VIANELLO,

op.

cii.,

pp.

142-3.

• • La Gazzetta dei Cappellai•• a.

X,

n.

111,

luglio-agosto

1905,

p.

294.

L'impronta dell'influenza francese sulla cappeller ia italiana

è

poi

rimasta evi–

dente

in

tutta la terminologia tecnica dell'indu stria,

in

cui sono francesi

i

nomi

degli utensili e quelli delle diverse fasi della lavorazione.

s

MARIANI,

op. cit.,

p. 19.

6

l vi, p.

20.

7 RivA,

op.

cit.,

p. 212. L'arco o

«

arsone,. a mano era una specie

di

arpa

a.

w:i,

solo filo, che serviva

per

battere la lana

o

il

pelo

con le sue

vibra–

ztoru.

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