

Nessuna meraviglia quindi che agli imprenditori, con il pesante
appoggio delle autorità politiche, fosse possibile nel giro di
pochi
mesi di stroncare la sorprendente volontà di lotta dimostrata in
questi due anni dai lavoranti cappellai: a conclusione dello sciopero
furono licenziati ben
52
operai «sobilla tori » (quella coraggiosa
avanguardia che aveva permesso una cosl massiccia mobilitazione!),
la Lega dei Figli del Lavoro fu sciolta e 37 operai furono proces–
sati
100
•
Debilitato con queste azioni repressive il movimento, agli
industriali fu molto facile proseguire nell'azione di intensifica–
zione dello sfruttamento: da questo momento infatti la lotta antica–
pitalistica dei cappellai si ridusse notevolmente, annullandosi addi–
rittura per anni, per rimanere poi a lungo a livello di resistenza
isolata di fabbrica.
Già l'anno seguente il corrispondente da Monza del
«
Fascio
Operaio ,. registrava una sensibile diminuzione dei salari: dalle
18-20 lire alle 10-12 lire alla settimana! E aggiungeva che nella
ditta Meroni gli informatori in nero raggiungevano addirittura le
12 lire alla quindicina, essendo pagati a cottimo lire 1,60 ogni 100
cappelli
101 •
Questo sensibile peggioramento del livello salariale era
possibile per la continua immissione negli stabilimenti di lavoratori
di campagna e di apprendisti , come sottolineava ancora
«
Il Fascio
Operaio " che scriveva:
Con questo sistema i padroni
ci
guadagnanoimmensamentepcrch~, oltre
a pagar
poco
o niente quegli apprendisti e contadini, obbligano gli altri ope–
rai a ritirare le loro
«
pretese
»,
ad abbassareil capo, o a battere il lastrico.
Gli
uni
sfruttati,
gli
altri
rovinati
in
nome
della libera concorrenzaun.
Nello stesso articolo erano messi in rilievo due casi particolari
molto significativi. Nello stabilimento Magnoni si era introdotto,
con gesto apparentemente umanitario, l'uso delle cucine economiche
per i pasti degli operai:
«
Perché Io fanno? Per comodità degli
operai che, senza uscire dallo stabilimento, possono mangiare e
bere allegramente della buona borlanda cotta in un sol calderone,
come si fa pei prigionieri! », perché «l'impo rtante per essi
è
che gli operai non lascino il loro reclusorio dalla mattina alla sera
».
A sua volta la ditta G. B. Valera, per superare un momento di
stasi del commercio, era ricorsa alla sospensione per un mese di una
parte degli operai addetti alle macchine dell'articolo
«
fino
»,
col
pretesto che le macchine avessero bisogno di riparazioni:
Ma
la
generosità dei
padroni
~
grande e fecero dire
agli
operai cbe se
si presenteranno alla vigilia dclle feste, daranno loro qualche
~
lire
per
fare
il Natale, cbe poi restituiranno quando riprenderanno
il
lavoro. Bclla, santa
filantropia! Deve mangiare solamente a Natale quclla povera gente?
103•
Bisogna inoltre aggiungere che ·proprio in quegli anni si regi•
strava in Monza un sensibile aumento del costo della vita, come sotto-
183
Biblioteca Gino Bianco