

lineava
«
Il Lambro » riportando i prezzi del pane usuale (cent. 30
ogni 800 gr.), della carne di prima qualità (lire 1,70 al
kg.)
e di
seconda qualità (lire 1,20 al kg.), aggiungendo:
«
in Monza, piccola
città dove i dazi e le spese di esercizio sono minori che nelle grandi
città, il vitto
è
in proporzione molto più caro»
104
•
«
Il Fascio Operaio " denunciava qualche mese dopo un altro
dei sistemi adottati dai padroni per aumentare i loro profitti, con
riferimento alla ditta Cambiaghi che,
«
per meglio ingrossare i suoi
guadagni, dà il suo lavoro allo stabilimento delle orfanelle,.; ma
possiamo presumere che al sistema ricorressero anche altri fabbri- ·
canti
105
•
Abbiamo fin qui parlato per lo più di salari a cottimo, ma in
qualche fabbrica e per qualche mansione si adottava il sistema del
pagamento a giornata, e in questo caso la mancanza di una regola–
mentazione degli orari si concretava in continui abusi. Valga per
tutti l'esempio della ditta Martini e Zanini, segnalato dal
«
Fascio
Operaio
»
nel marzo del 1887: nei mesi precedenti il Natale gli
operai erano costretti, senza aumento di salario, a lavorare 13 ore
al giorno con la promessa di essere ripagati nei momenti di minor
necessità di produzione con lo stesso salario a orario ridotto; invece,
diminuito il lavoro, li si faceva lavorare solo per tre giorni la set–
timana, sempre per 13 ore ""'·
Altro grave motivo di scontento per i lavoratori era
la
pesante
oppressione da parte dei cosiddetti
«
caporali » (capi-sezione che
curavano la distribuzione e l'andamento del lavoro) che avevano in
fabbrica l'atteggiamento di veri e propri aguzzini.
In
tema di mal–
trattam enti (ma il caso non era certo isolato) il
«
Fascio Operaio ,. del
gennaio del 1888, a proposito della ditta Paleari, denunciava l'epi–
sodio di un operaio malmenato dal padrone e da un
«
caporale
»:
«
L'ergastolo,
il
manicomio, sono luoghi di dolcezza in confronto
del loro stabilimento [ ...], usanze bestiali, calci, pugni, legnate, in–
sulti, tutto serve per far pesare sul collo dei disgraziati il giogo della
schiavitù
»
107
•
Continuavano poi le lagnanze per le retribuzioni, scese nel 1888
in tutti gli stabilimenti - a detta del
«
Fascio Operaio
» -
a poco
più della metà rispetto agli anni precedenti; e lo stesso giornale citava
il caso di Cambiaghi che, avendo pagato la settimana ad un operaio
in 12 lire, alle sue proteste aveva aggiunto 2 lire dandogli però
gli otto giorni. Nel medesimo stabilimento le guarnitrici erano co–
strette a lavorare 12 ore continue
«
per
non morir di fame»""·
Questa situazione economica degli operai risulta ancor più vergo–
gnosa sol che si pensi che gli imprenditori, mentre riducevano i
salari lamentando la crisi dell'industria, intascavano in quegli stessi
anni cospicui stipendi personali (minimo 200
lire
al mese)
e
dei
profitti rilevanti (calcolati in circa
il
32%)
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•
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Biblioteca Gino Bianco