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apportò mai pregiudizio di sorta al regolare andamento dell'azien–

da ,.

125

Del che non c'è da stupirsi, data la completa meccaniz-

. zazione dei suoi impianti, che le permettevano una produzione di

migliaia e migliaia di cappelli al giorno! Ma gli altri industriali

preferivano cercar di superare il momento critico piuttosto che con

una riduzione della produzione, con i consueti sistemi, più comodi

e redditizi, della riduzione dei salari e dell'aumento delle ore di

lavoro. La decisione presa dai fabbricanti nel luglio del 1894 per

contenere la giornata lavorativa nei limiti delle 1

O

ore era stata

presto dimenticata, come sottolineò

«

La Battaglia

»

nell'ottobre

del 1895:

Passate poche settimane dopo questa deliberazione si videro subito i sud–

detti padroni obbligare

i

loro dipendenti a lavorare 13 ore

al

giorno, per

com–

missioni

da

consegnarsi entro un breve termine. Oggi

poi

si

è

adottato

il

sistema

di

non avvisare

più gli

operai delle ore di lavoro, ma

di

avvisarli

al

dopopranzo per mezzo dei loro caporali o capi-reparto. Quindi succede che

delle povere donne vengono lasciate

in

libertà alle otto, alle nove e alle dieci

di

sera

126•

Abbiamo già rilevato come la massiccia esportazione che era

la

base dello sviluppo dell'industria capitalistica monzese fosse pos–

sibile attraverso l'arma dei bassi costi. Malgrado i ripetuti tenta–

tivi dell'organo padronale,

«

La Gazzetta dei Cappellai », di smen–

tire le accuse dei concorrenti stranieri che esattamente avevano in–

dividuato nello sfruttamento della manodopera il segreto che per–

metteva all'industria del cappello italiana e in specie monzese di

battere qualunque concorrente su tutte le piazze mondiali, il fatto

era più che evidente"'· La stessa

«

Gazzetta dei Cappellai» doveva

ammettere:

«

Oltre l'Inghilterra, molte sono le case di esportazione

che si rivolgono a Monza per l'articolo coloniale il quale

qui si può

fabbricare e vendere a delle condizioni impossibili altrove

» "'·

· Nel corso della polemica la

«

Gazzetta dei Cappellai

»

pubbli–

cava nell'ottobre del 1896 le tariffe in uso nei principali centri

italiani e stranieri

129•

Dando la media generale dei guadagni gior–

nalieri in Italia in lire 3 per gli uomini, lire 1,50 per le donne per

11 ore di lavoro, riferiva per Monza i seguenti dati sui salari medi

giornalieri (per la lavorazione meccanica del pelo e merinos):

follatura a giornata

appropriaggio

pomiciatura (uomo)

pomiciatura (donna)

Biblioteca Gino Bianco

da

lire

2,75

a lire 3,50

2,75

3,50

2,75

3,50

1,50 •

2,50

189