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Il discorso si chiudeva con una denuncia aperta dei

«

mali tratta•

menti, privazioni e insulti che subiscono queste povere creature,

ridotte a vere macchinette automatiche» e dei« mezzi che s'impiegano

per isvegliarle dopo pochissimo riposo e cacciamele al lavoro anche

in ore le più buie»

40 •

Già il Bonomi, nella relazione citata, si era soffermato con par–

ticolare attenzione sulle condizioni di lavoro delle bambine operaie:

Esse, - scriveva il medico comasco, - in età cosi acerba sono obbli–

gate a rimanere l'intera giornata, dallo spuntare del sole a sera tarda, rin–

chiuse

in

officine

più

o meno salubri e aerate

per

correre dietro ad un'aspa o

rannodareun filo, ufficio ai quali la piccola statura e la destrezza delle mani

le rende adattissime, e che se non richiedono un dispendio soverchio

di

forze,

esigono

però

una costante uniformità, una intensità

di

attenzione, una stazione

eretta, che associate agli inconvenienti inseparabili dalle grandi aggregazioni

di operai, non ponno che inceppare

lo

sviluppo fisico e mentale nelle epoche

appunto

in

cui tanto lo spirito che l'organismo abbisognano di tutto l'elaterio

per espandersi e costituirsi

41,

L'orario di lavoro negli opifici serici era generalmente molto gra–

voso, aggirandosi su una media di 12-14 ore al giorno, di solito 10-12

ore giornaliere in inverno (o anche 13 se l'opificio era provvisto

cli

illuminazione) e 15-16 in estate

42 •

Il lavoro nelle filande iniziava

alle 4-4,30 del mattino durante l'estate , alle 6-6,30 in inverno, ter–

minando alle 20-21. L'intervallo per

il

pasto durava da un'ora a

un'ora e mezza, a seconda degli opifici e della stagione.

In

alcuni

filatoi si lavorava a cottimo e quindi senza orario fisso. Le filande e

i filatoi più importanti erano in attività tutto l'anno, salvo una so–

spensione all'epoca del raccolto dei bachi (aprile-maggio), ma molte

filande lavoravano per un periodo più breve, variabile da 7 a 9

mesi, a partire dal tempo del raccolto

43

Per quanto riguardava il lavoro notturno, dalle testimonianze

cli

cui disponiamo risulta che esso era ordinariamente in vigore nei

filatoi mossi ad acqua, mentre era praticato un po' più eccezional–

mente negli altri stabilimenti serici (per esempio in caso di lavoro

urgente). Nei pochi opifici in cui vigeva

il

rispetto del riposo festivo,

per recuperare le ore perdute si lavorava fino a notte inoltrata

il

sabato oppure la mattina della domenica.

.Per

quanto concerne poi i livelli retributivi, si riscontrava in ge–

nerale una notevolissima disparità tra i salari corrisposti alla mano–

dopera femminile e infantile e quelli riconosciuti alla manodopera

di sesso maschile più qualificata. Questo scarto era ancora più mar–

cato nell'industria serica, che si distingueva nettamente dagli altri

settori industriali per l'esiguità dei suoi salari

44

Nei due settori di

trattura e torcitura della seta, inoltre, i livelli salariali in atto erano

alquanto differenziati, poiché rispecchiavano la gerarchia delle man-

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