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Ed

il

Bonomi, a cui stavano particolarmente a cuore

gli

aspetti

igienico-sanitari, cosi descriveva la condizione delle

operaie allog–

giate

nelle fabbriche:

In quanto alle operaie alloggiate nelle fabbriche, esse passano la notte

in

androni

poco

ventilati, angusti, perché di rado seppur mai in rapporto

col numero delle inquiline, ove si addormentano alla rinfusa su giacigli

umidi,

ben

altro che puliti,

di

modo che dovendovirespirareun'ariapregna

di

esalazioni umane e d'ogni sorta di detriti organici, le malattie

più

miti

non

tardano ad assumere una forma maligna, che ne altera

il

corso e le trac

ben

di

spesso ad esito fatale

s1.

Carentissimi poi dal punto di vista 1g1enicoerano i servtz1 an–

nessi agli opifici, sia per i rudimentali sistemi di scarico sia per

la trascuratezza in cui venivano lasciati; inoltre quasi mai essi

erano convenientemente isolati dagli altri locali

52

Sulla salute dei lavoratori degli opifici incombevano molte

e gravi minacce: pochi anni (o pochi mesi) di lavoro in

«

fabbrica

»

erano sufficienti a minare per sempre organismi già indeboliti

dalla sottoalimentazione e dalla generale condizione di miseria

in

cui si erano sviluppati. Rilevanti conseguenze sull'equilibrio fisico

dei lavoratori avevano i lunghissimi orari di lavoro, tanto più

gravi se, come nel caso dell'industria serica, erano prevalente–

mente adolescenti e bambini a doverli sopportare. L'eccesso di

lavoro combinato con la giovanissima età pregiudicava spesso irri–

mediabilmente la salute dei piccoli operai.

t

impossibile che una ragazza non ancora decenne - si diceva nella più

volte citata relazione del medico provinciale comasco - possa lavorare impu–

nemente dalle dieci alle quindici ore al giorno, né vi vuol molto acume per

persuadersi che l'organismo in quell'età abbisogna d'essere

il

più possibilmente

risparmiato, e che

il

solo sequestro per ore ed ore in ambienti privi della

necessaria aerazione debba finire coll'alterare l'cmatosi, coll'impedire

il

libero

espandersi dei polmoni, organi che presiedono

alla

esistenza, e inceppare cosl

lo sviluppo , logorando anzi tempo

gli

intimi stami, infiltrando i germi di

lente cacchcssie, che fannosi poi

il

fatale substrato di infermità e di morti

precoci

53 .

Lungi dall'essere

«

leggero

»,

secondo un'opinione allora diffusa

ma errata,

il

lavoro negli opifici serici, per il fatto che

richiedeva

attenzione e applicazione assidua per molte ore consecutive, logo–

rava il fisico delle fanciulle in un'età in cui l'organismo, come

asse–

riva il Bonomi, aveva un bisogno vitale

«

d'aria e di luce

».

All'attent.o osservatore - riferiva nel 1880 la Giunta municipale

di

Brivio

-

non torna difficile scorgere nell'aspetto

di

queste tenere lavoratrici [dai sette

agli undici anni] le uaccie

di

un precoce logoramento fisico, cagionato soprat•

rutto dall'occupazione giornaliera a

cui

sono vincolate, la quale si prolunga

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