quelle di macchinista, riparatore, fuochista e simili. Il livello
delle retribuzioni riconosciute a queste categorie più qualificate
non può quindi essere assunto come indice dell'andamento delle
mercedi, in quanto interessava una stretta minoranza. Il lavoro
era generalmente retribuito a giornata, ma in taluni opifici si assu–
mevano anche operaie a cottimo. Talvolta i proprietari degli opi–
fici provvedevano anche all'alloggio e al vitto delle operaie, in
cambio di una trattenuta sulla paga. Una notevole incidenza sui
salari avevano anche le multe disciplinari (per ritardi, assenze
ingiustificate, scarso rendimento , lavoro difettoso) e le interru –
zioni del lavoro dovute alle precarie condizioni di salute dei lavo–
ratori.
Possiamo ora cercare di valutare, sulla base dei prezzi di alcuni
generi di prima necessità, quali possibilità di sostentamento consen–
tissero i salari in vigore nell'industria tessile: tenuto conto che
un chilo di pane nel primo ventennio postunitario costava 40-50
centesimi, un chilo
cli
farina di granoturco 25-30 centesimi, un chilo
di riso 35-42 centesimi, ne deriva che le « allieve » potevano acqui–
stare in ciascuna giornata lavorativa e dopo un orario di 12-15 ore
di lavoro circa Kg. 1,1,5 di pane, oppure Kg. 1-2
cli
farina, oppure
Kg. 1-2
cli
riso e le operaie finite Kg. 1-2 di pane, oppure
Kg.
2-3 di
farina, oppure circa Kg. 2 di riso" ·
Già si
è
accennato come alcune ditte, oltre a corrispondere un
salario in denaro, provvedessero anche all'alloggio e fornissero
il
vitto ai dipendenti. Tale usanza si era sviluppata soprattutto in
relazione col fatto che buona parte delle maestranze delle filande
e dei filatoi proveniva da altri comuni della provincia o anche da
province limitrofe, specialmente nei periodi in cui era più forte
il
fabbisogno di manodopera, ed
era
costretta a trattenersi nell'opificio
per tutta la settimana , facendo ritorno a casa solo la domenica.
La condizione
cli
queste lavoratrici « pendolari
»
era tristissima:
costrette a vivere giorno e notte nello stabilimento, private
cli
quel tanto di protezione e sollievo che poteva assicurare la vita
familiare, esse erano ridotte in stato di completa subordinazione
al duro regime di fabbrica; dopo una giornata di estenuante fatica
toccava loro
cli
stiparsi in locali angusti e malsani adibiti a dor–
mitpri. Un testimone insospettabile, l'industriale serico Pietro Ga–
vazzi, rilasciava nel 1874 queste dichiarazioni:
Non sempre
gli
esercenti stabilimenti serici trovano sul luogo
la
maestranza
sufficiente
ai
loro bisogni. Allora la fanno venire da
altri
paesi. In moltissimi
stabilimenti queste donne, chiamate
forestiere,
sono
assai
male alloggiate. Si
fanno dormire fino a tre e quattro, e certi dormitori sono troppo
poco
venti–
lati,
o
mal
riparati, e non tenuti colla debita nettezza. L'agglomeramento
di
tutta questa gente ha tristissimi
lati
sul loro fisico e sul loro morale
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