

essi
sono una miniera di notizie e dati su tutti gli aspetti delle condi–
zioni di vita e di lavoro del nascente proletariato industriale.
Un quadro accurato e attento della situazione delle classi lavo•
ratrici comasche
è
contenuto nell'importante scritto, già citato, redat•
to dal Dott. S. Bonomi, membro del Consiglio Provinciale di Sanità,
risultato di un'inchiesta compiuta dallo stesso Bonomi per incarico
della Prefettura, presso sindaci e industriali della provincia
34 •
Risul–
tava anzitutto confermata, dai dati statistici contenuti in questa rela–
zione, la posizione di assoluta preminenza occupata dall'industria se–
rica nella zona, rappresentando i 37.007 addetti al setificio comasco
1'88,42% sul totale degli occupati nei vari settori industriali della
provincia
35
•
L'altro dato che balzava agli occhi in piena evidenza era
la schiacciante prevalenza del lavoro femminile su quello maschile,
di cui del resto si
è
già parlato , che tradotta in cifre dava 32.620
donne su 4.387 uomini. Analizzando il fenomeno,
il
Bonomi ne indi–
viduava con molta esattezza le cause nella maggiore facilità di reclu–
tamento della manodopera femminile, nella diligenza, agilità d'occhio
e di mano, nella maggiore economicità
36 •
Per quanto riguard a l'età, le cifre desunte dall'indagine del Bo–
nomi mettono in rilievo l'abu so che veniva fatto nell'industria serica
della manodopera minorile: infatti sul totale degli addetti i ragazzi
minori
di
16 anni, che ammontavano complessivamente a 19.052,
erano il 52,8%. Più della metà degli « operai» serici, quindi, erano
fanciulli. Di questi poi la maggioranza, per non dire la totalità, erano
ragazze, avendosi di fronte a 1.284 maschi 17.768 fanciulle e bam–
bine sotto i 16 anni. Quasi duemila erano poi i bambini
di
età infe.
riore ai nove anni e più di seimila quelli dai nove ai dodici anni ".
In alcuni opifici, secondo quanto risulta da moltissime testimo–
nianze, venivano assunte anche bambine
di
5-6 anni
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,
considerate
insostituibili dagli industri ali per la loro mano « piccola, agile e
paziente» particolarmente adatta a certe lavorazioni
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•
Pesantissimo
era lo sfruttamento cui erano sottopos te queste piccole lavoratrici da
parte degli imprenditori. Sull'abuso di lavoro infantile che si faceva
negli opifici serici del Lecchese, richiamava l'attenzione delle autorità
nel 1880 l'Associazione di Mutuo Soccorso fra gli operai di Lecco,
che era stata chiamata ad esprimere il proprio parere circa il pro–
gc,tto di legge sul lavoro dei fanciulli, di cui si parlerà più avanti.
Appena raggiunta l'età
cli
cinque o sei anni - dichiarava la società lec–
chese - sia per l'avidità dei genitori che
per
la
poca
carità degli industriali,
[le fanciulle] sono sottoposte ad un orario impossibile, compensate per
lo
più col misero lucro di
pochi
centesimi. Tali fanciulle, mal coperte e peggio
nutrite sono obbligate a respirare continuamente aria viziata in ambienti
popolati da centinaia
di
operaie, a tenersi per lunghe ora
in
piedi e curvate
a causa del lavoro che fanno.
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Biblioteca Gino Bianco