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Carteggio

missione

2

e perché ho visto che altri collaboratori o non si sono affatto im–

pensieriti della cosa, o la ritengono, con me, giusta e mi dicono di con–

tinuare.

Io

volentieri mi toglierei questo peso di dosso. Vediamo però ancora

come vanno le cose.

A

settembre si radunerà la società della

Voce

e allora

vedremo il da fare.

Dimmi quando debbo comporre gli articoletti.

Chiamai anche Casati da Milano che è molto amico di Amendola e

in gran parte del suo parere: mi consigliò di restare ancora.

Amendola sarebbe un buon direttore: ma provocherebbe l'escita di

parecchi dalla

Voce

(Slataper, Jahier, Sofficiecc.).

292.

Giovanni Amendola a -Salvemini

[Boscolungo],

16

luglio

1911

Caro Salvemini,

sono giunto qui ieri sera, e la tua lettera mi è stata recapitata questa

mattina.

1

Ti dirò francamente la mia opinione: il tuo piano, che presenta pa–

recchi vantaggi, mi sembra tuttavia difficilmente praticabile, sopratutto per

quanto riguarda la posizione fatta a Prezzolini. Mi sembra che se Prezzo–

lini può lasciare

la

direzione ad un altro, non può invece essere posto pub–

blicamente sotto tutela, col titolo di redattore capo. Tu, caro Salvemini,

hai guardato la cosa con animo semplice ed onesto, e con un'intenzione

di sacrificio personale che ti onora; ma devi considerare l'altro lato della

medaglia. Abbiamo, ciascuno, sacrificato parecchie cose al desi1erio di non

abbassar Prezzolini dinanzi al pubblico; desiderio che è fatto d'amicizia,

ma va anche al di là dell'amicizia: non dobbiamo perciò cadere in un er–

rore radicale a questo riguardo.

Quanto all'opinione di Fortunato, che non si debba fino a processo

esaurito annunziar alcun mutamento, mi sembra giusta, e per quanto riguar–

da me non c'è nulla da temere.

Io,

come

ti

scrissi,

2

ho reso

private_

le mie

dimissioni dalla

Voce:

è cosa dunque tra me e Prezzolini, e nessuno s'ac–

corgerà di niente, tanto piu che, anche prima del recente incidente, io

avevo detto a Prezzolini che per vari mesi non avrei potuto dargli articoli,

dovendo attendere ad un mio lavoro.

492

z Cfr. lettera n. 290.

292.

AS. Ed. in

Amendola,

pp.

283-284.

1

La lettera non

è

conservata nelle carte Amendola.

z

Cfr. doc. n. 290.